Rondine

Giovanni Prati

Rondine

Leggiamo insieme: Rondine di Giovanni Prati

Son qui sulla gronda,
che canto gioconda
gli occasi e i mattini
di porpora e d’or;
che tesso ai piccini
la casa superba
con muschi, con erba,
con larve di fior.

Su prore ed antenne
posando le penne,
fra il marzo ed il maggio
mi reco dal mar;
e scordo il viaggio,
pensando al mio nido
se un portico fido,
se un embrice appar.

Gran Dio, se ti piacque
recarmi sull’acque,
se l’esca segreta
trovar mi fai tu,
deh! rendimi lieta
d’un raggio di sole:
pel nido e la prole
non cerco di più.

Da raffiche alpine,
da venti e da brine
mi guardi la Santa
che in sen ti portò;
e, quando a lei canta
la turba devota,
anch’io la mia nota
salir le farò.

 


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