Carità carità

Raoul Follereau (1903 - 1977)

Carità

Leggiamo insieme: Carità carità di Raoul Follereau

…E per prima cosa imparare a vivere per gli altri.

Se noi fossimo soltanto capaci
di pensare a qualcosa che non sia soltanto il nostro “io”,
di sentire che in ogni momento della nostra vita,
mentre mangiamo o dormiamo,
mentre non combiniamo nulla,
o facciamo qualcosa di peggio.
ci sono degli esseri, milioni
di esseri umani
che sono nostri fratelli in Cristo,
e che muoiono di fame,
mentre non hanno meritato di morire di fame;
e che muoiono di freddo,
mentre non hanno meritato di morire di freddo;

se noi fossimo soltanto capaci di pensare agli altri,
allora non potremmo più
mangiare come bestie,
dormire come bruti,
e continuare a essere stupidamente felici.
Se noi fossimo capaci di sentire la miseria degli altri,
allora diverremmo degli uomini veri.

Certamente non riusciremo a tutto.
Non possiamo sfamare la terra tutta,
e non abbiamo il potere di richiamare a vita.
Certamente i poveri morti, agghiacciati,
non apriranno più gli occhi carichi di spavento
per sorridere domani alla luce del mondo.
Abbiamo gettato nella fossa comune
milioni di pure felicità.
Ma restano i vivi.
Restano gli esseri da proteggere
e il mondo da ricostruire.
Non faremo tutto,
ma possiamo pur fare qualcosa.

Se tutti, ciascuno di noi,
tutti insieme e subito,
tenteremo quel che ci è possibile,
qualcuno sarà salvato.
Allora, trascinati dal nostro esempio,
altri faranno come noi,
cioè, meglio di noi.
E saranno a loro volta imitati.
E altri faranno come loro.
cioè, meglio di loro.
Allora un’immensa catena d’amore
s’annoderà tutt’intorno al mondo.

Catena d’amore o catena di morte?
Bisogna scegliere,
subito
e per sempre.

 

Cenni su Raoul Follereau
Raoul Follereau (1903 – 1977), giornalista e scrittore francese, noto come l’apostolo dei lebbrosi, ha passato la vita ad assistere i malati di lebbra, soprattutto portando all’attenzione del mondo questa patologia, fino a quel momento praticamente ignorata e i cui malati subivano un’emarginazione totale.
L’autore capisce che la lebbra non può essere sconfitta se non si combattono le “altre lebbre”: l’indifferenza, l’egoismo, l’ingiustizia.
Nel 1954 Follereau promuove la Giornata mondiale dei malati di lebbra, celebrata tutt’ora in 150 paesi; in Italia esiste un’importante e attiva associazione, Gli amici di Raoul Follereau, che continua la sua opera.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?