Il coricarsi del sole

Angiolo Silvio Novaro

Tratta da: Il Cestello - Poesie per i Piccoli - A. Mondadori (Milano, 1928)

coricarsi del sole

Leggiamo insieme: Il coricarsi del sole di Angiolo Silvio Novaro

Bello il sole che va sotto!
Che dal rotto
montanino acuto ciglio
come un dardo
uno sguardo
lancia tremulo vermiglio!

Ferma il pie’ lo sperso errante
viandante
fin che il dardo ultimo giunga,
poi si volta
e nella folta
ombra mesto il passo allunga.

Ma le nubi, le comari,
su da’ mari
salgon vispe il ciel di rosa
a vedere
tra le nere
rupi il giovin sol che posa.

Posa in fondo a rupi orrende,
ma risplende
pur tra veglia e sonno ancora,
e il macigno
d’un sanguigno
lento palpito colora.

Notte intanto chiude i cieli,
getta veli
taciturni a valli e monti,
lega i venti
turbolenti,
e addolcisce il suon de’ fonti.

E sussurra: “Dormi, o bello
solicello!
Buona fu la tua fatica.
Nel passaggio
del tuo raggio
nacque il grano e uscì la spica.

Dormi, amore. Assai pe’ vasti
campi errasti!
Ogni reggia, ogni capanna
fu dal riso
del tuo viso
consolata. Ninna nanna!

Ninna nanna! Anche al mendico
fosti amico.
Si svegliò sul freddo suolo,
e nei mesti
occhi pesti
lo baciasti tu, tu solo!

Gli latraron dietro i cani
e gli umani,
ma tu fosti a lui compagno
fino a sera
quando nera
giunse l’ombra il suo calcagno.

Dormi, amore”. E dorme il sole
come vuole
madre notte, a pie’ dei monti.
Tace il vento
sonnolento.
Dolce suona il suon de’ fonti.

 

Illustrazione di Domenico Buratti

 

cestello

 

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