Il passero prigioniero
Arpalice Cuman Pertile
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Non mangiava più nulla, non cantava;
povero passerotto, a che pensava?
Parea che avesse tanti crucci e pene,
eppur la bimba gli voleva bene;
gli dava l’acqua, il miglio e fresca erbetta,
puliva con amor la sua gabbietta.
Un giorno pigolò… Parea chiamasse
la sua mamma amorosa, e la invocasse!
Si scosse, chiuse l’ali, tremolò,
dal bastoncino giù precipitò.
La bimba lo raccolse nella mano,
lo chiamò con passione… invano, invano!
Un usignolo libero passava
e sul piccolo morto sospirava.
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