Il sogno del contadino

Giovanni Pascoli

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Nella notte scrosciò, venne dirotta
la pioggia, a strisce stridule infinite;
e il tuono rotolò da grotta a grotta.
Egli, il capoccio, avvolto nel suo mite
tacito sonno, non udiva. Udiva
nascere l’erba. Vide le pipite
verdi. Il grano sfronzò, quindi accestiva.
Nevicava, il suo sogno, a fiocco a fiocco:
candido il monte, candida la riva.
No: quel bianco era fiori d’albicocco
e di susino, e l’ape uscìa dal bugno
ronzando, e il grano gli facea lo stocco.
Anzi graniva; ch’era già di giugno.
La cicala friniva su gli ornelli.
Egli l’udiva, con la falce in pugno.
L’acqua scendeva stridula a ruscelli.

 

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