Altlì scopre l’eternità

Se vi piace questa favola dovete ringraziare Beatrice, 9 anni, di San Romano (PI), (16 febbraio 2022)

Altlì scopre l'eternitàFavola liberamente ispirata a un episodio di Cipì, per celebrare il centenario della nascita di Mario Lodi

C’era una volta un uccellino che si chiamava Tommasino, ma soprannominato da tutti Altlì perché adorava stare ad osservare i bambini che si dondolavano con allegria sulle altalene: quel continuo movimento verso l’alto e verso il basso e le risa giocose diventavano per lui una dolce danza accompagnata da canzoncine che rasserenavano il cuore… Uno spettacolo straordinario!

Altlì scopre l'eternità

Ma Altlì, in seguito, scoprì che la vita stessa è un’altalena, con gli alti, cioè i momenti di felicità, che ci fanno toccare il cielo, e i bassi, cioè i momenti di tristezza, che, al contrario, ci fanno crollare a terra.

Un’amicizia unica, speciale legava Altlì a Primaverì, una violetta simpatica, affettuosa, saggia e un po’ scienziata. Primaverì riusciva a far ridere tutti con le barzellette divertenti che inventava; raccontava storie avvincenti che insegnavamo sempre qualcosa di importante; dava tanta tranquillità con i suoi generosi e giusti consigli, soprattutto sull’argomento “prato”, che, sebbene conoscesse alla perfezione, non si stancava mai di studiare e approfondire. Primaverì, inoltre, regalava tanti complimenti agli altri fiori, parlando, ad esempio, dell’eleganza della rosa, della purezza della margherita o dell’allegria che mette il girasole con il suo intenso colore.

Altlì scopre l'eternità

Un pomeriggio, come ogni pomeriggio, Altlì si recò da Primaverì per giocare e parlare con lei. Ma… dov’era la sua migliore amica?! Altlì cercò e ricercò nel prato, mentre la sua spensieratezza si stava trasformando in preoccupazione, per lasciare, infine, il posto alla… disperazione.

Sì, disperazione, poiché l’uccellino ad un certo punto vide a terra e immobile una figura, che riconobbe subito: si trattava proprio di Primaverì.

“Che cosa ti è successo, carissima amica mia?” domandò, pieno di angoscia.
“Una signora in preda alla rabbia mi ha calpestata” rispose la violetta.
“Dimmi di chi si tratta! Ci penserò io!…” gridò Altlì, triste ed arrabbiato allo stesso tempo.

“Nooo!!… No! Non farlo! Niente vendetta!… Era furiosa: probabilmente aveva appena litigato con qualcuno ed era venuta nel prato per sfogare la propria ira”.
“Ma non avrebbe dovuto far del male a te! Tu non c’entravi niente! Dovrà pagare per la cosa tremenda che ha fatto!” continuava Altlì, con la voce rotta dal pianto.

“Caro amico mio, caro amico del mio cuore, sta’ tranquillo. È difficile, lo so; anzi, sembra proprio impossibile, ma ti chiedo di non sporcare la tua anima candida con brutti sentimenti. L’amore, infatti, è la sola arma veramente capace di sconfiggere la morte. Io non ti abbandonerò mai, continuerò a stare con te; e tu te ne accorgerai e ne gioirai!”.

“Gioire? Che cosa? Ho il cuore spezzato!”. Altlì si meravigliava di come la sua migliore amica potesse parlargli di gioia in un momento simile.
“La nostra amicizia non avrà mai fine. La conserverai dentro di te e la trasmetterai a tutti coloro a cui vuoi bene: diventerà, così, gigantesca. Ed io sarò sempre al tuo fianco. Te ne accorgerai molto presto, molto presto… Ciao, caro Altlì… Sto per raggiungere il Paradiso” rispose Primaverì con un filo di voce.

Altlì quella sera si addormentò tardissimo, sfinito dal dolore. Sognò, sognò Primaverì: sotto un cielo azzurro azzurro, al centro di un prato verdissimo, illuminato da un sole splendente, circondata da tanti altri fiorellini dai colori sgargianti, lo osservava con occhi pieni di luce. Altlì sentì che il proprio cuore si stava spalancando come un finestra, per riempirsi di felicità. Esclamò: “Grazie, Primaverì!”.

Altlì scopre l'eternità

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?