Albero solitario

Arnaldo Calori

Tratta da Quadrivio, 26 agosto 1934

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All’ombra tua mi rifugio, albero,
e ascolto e, nel silenzio,
sento che vivi.
Sento filtrare
nel terreno all’intorno,
dove insinui le mille radici,
l’umor che ti nutre
e te che suggi e respiri,
naufrago in un mare di sole.
Felice creatura
che al tacere del vento riposi
e d’inverno dormi il tuo sonno:
il languore d’autunno ti è vespro,
alba la primavera.

 

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