La preghiera del tramonto
Nicolò Giurlanda
È l’ora più mesta, più cara a ogni core,
E parlano l’aure linguaggi d’amore.
Son cheti gli augelli, si china ogni fiore
All’ultimo bacio del sole che muore!
D’un pargolo biondo, lì, al bianco origliere
Con vigile cura, con mosse leggere
Il candido raggio dell’alma innocente
Vagheggia sul volto del caro dormente.
Al cielo solleva la stanca pupilla,
Le scende sul viso di pianto una stilla.
E prega la madre dall’umil ricetto:
Proteggi, Signore, quest’angiol diletto,
Sorreggi i suoi passi per l’erto cammino,
Gli schiara la mente del lume divino;
Deh, fallo felice, deh, fallo, tu pio!
È questa la speme dell’animo mio!
Non bramo dovizie, non bramo splendore
Dell’unico figlio sol chieggo l’amore!
Sì prega la madre; e un dolce sorriso
Dell’angiol sopito lampeggia sul viso.