E se muore di fame?

A volte le neo mamme vengono assalite da dubbi assurdi. Per rispondere alle loro ansie, sono nati blog di confronto e di scambio. E libri su un mestiere difficile, ma non impossibile.
di Mariangela Mianiti
Da “Vanity Fair” – Numero 29 – 22 Luglio 2009

 

Se vuoi diventare una brava mamma, bloggati. L’ultima tendenza delle neomamme è aprire una finestra sul web: le mamme blogger sono sempre più numerose (attualmente 1500) perché hanno scoperto che la comunità on line aiuta a uscire soprattutto dalla solitudine post parto: si scambiano esperienze, dubbi, consigli, aneddoti, emozioni, avventure e disavventure sulla figliolanza.

Un figlio è l’unico evento irreversibile della vita: da lì non si torna indietro. Mica puoi dimenticarti di avere un figlio, o divorziare o tradirlo. Sei legata a lui a filo doppio, soprattutto i primi tempi di vita. Nell’attesa del lieto evento, molte si dannano a frequentare corsi che insegnano a partorire, allattare, accudire, cambiare, svezzare, massaggiare, nella convinzione che qualche lezione insegni l’esperienza. Ma tutta questa preparazione serve? E fino a che punto?

Paola Maraone, giornalista e scrittrice, dopo avere diligentemente seguito tutti i corsi possibili e immaginabili e dopo aver avuto due figli che chiama la Pupa e il Pupo, si è data alcune risposte e ha scritto una utile e divertente guida pratica di sopravvivenza al primo anno di vita del bambino che si intitola “Ero una brava mamma prima di avere figli” (Rizzoli), libro dal quale poi è nato un seguitissimo blog. L’ironia del titolo lascia intendere come teoria e pratica spesso non coincidono, e infatti Maraone scrive: “Tornate a casa e scoprite che quello che vi hanno detto al corso preparto è inutile. Non vi ricordate niente. Tutto vi fa paura. Ogni cosa è un ostacolo. Dietro ogni angolo si cela un dubbio che contribuisce a farvi sentire sceme. Per esempio: per l’epistomia vi hanno dato tre punti di sutura, ma la ferita si rimarginerà o resterete lacerate come un quarto di bue per sempre? Avete poco latte: arriverà, o per una misteriosa mutazione genetica siete in grado di produrne solo 6 centilitri al giorno? E se ne avete troppo, che ve ne fate di quello che avanza, ci preparate il puré? Si attacca poco al seno. Morirà di fame? Dovete fargli il bagnetto. Ma all’improvviso il concetto di acqua calda vi sfugge. Dicono che diventare madre è una cosa naturale. Vero, ma naturale non vuol dire facile”.

“Ero una brava mamma” affronta tutte le difficoltà del primo anno: la solitudine, la mancanza di sonno, lo stravolgimento delle funzioni sociali, biologiche e affettive, la fatica, l’ansia, il senso di inadeguatezza, il doversi riorganizzare tutta la vita, i bisogni che cambiano. Per farla breve, in un giorno si può passare dall’esaltazione alla depressione, dalle certezze ai dubbi, dal sentirsi una mamma sicura a un tappetino da bagno.

Le mamme di oggi hanno scoperto che alla solitudine e ai dubbi c’è un grande rimedio: il blog. Ce ne sono di tutti i tipi e toni: sullorlodiunacrisidinervi, panzallaria, vitadastrega, extramamma, nonsolomamma, lasolitudinedellemadri, machedavvero, extramamma, mentre altri sono aggregati in mammacheblog.
Una delle prime mamme ad aprire nel 1996 la strada del web è stata Jolanda Restano, imprenditrice web, giornalista e mamma blogger a cui fanno capo mammamamma, fattoremamma, blogmamma, filastrocche. La Restano ha costruito una vera e propria azienda di siti che si occupano di mamme e bambini, riempiendo vuoti e creando un social network, www.mammacheclub.com, aperto a tutte le mamme (1800 iscritte) che si scambiano consigli su libri, ricette, spettacoli, formano gruppi, organizzano incontri e parlano di lavoro. Proprio al lavoro è stato dedicato il Mam, un evento a cui ogni partecipante può raccontare la propria esperienza e che si è tenuto lo scorso 23 maggio a Milano e al quale ne seguiranno altri.

Jolanda Restano dice che le mamme hanno capito in fretta le enormi potenzialità di internet e molte hanno trasformato il blog in una attività di lavoro. “Il primo esempio sono io” dice “Sono farmacista e lavoravo in un’azienda. Quando è nata la mia prima figlia, Matilde, 10 anni, mi hanno rifiutato il part-time, così sono rimasta a casa e ho aperto un sito sulle filastrocche, poi la cosa è cresciuta ed è arrivato il resto. Per tenermi aggiornata ho avuto altri due figli, Tommaso, 8 anni, e Aurora, 4”.

Sapere che altre ce l’hanno fatta più o meno brillantemente rincuora. Parola di Paola Maraone che a proposito del primo compleanno della figlia scrive: “Cariche di buoni propositi riflettete sulla strada percorsa. Vi siete impegnate e giurate che sarete migliori, più attente, affettuose e disponibili anche verso voi stesse. E quando incontrate una donna curata pensate: se ce la fa lei, posso farcela anch’io. Non uscirò mai più con il pigiama sotto i pantaloni, non accompagnerò più la Pupa all’asilo senza fondotinta e lucidalabbra. Non userò più le salviettine Pampers per struccarmi”. A volte succede anche questo.