Mamme deluse da Facebook. 3 domande a… Jolanda Restano

di Francesca Capelli
Da “Donna e mamma” – Anno XXI – Numero 247 – Marzo 2009

 

Mamme in rivolta contro Facebook (www.facebook.com), il noto “social network” virtuale attraverso cui si possono ritrovare vecchi amici, compagni di scuola, colleghi… Agli iscritti, Facebook offre uno spazio internet gratuito (al quale solo gli utenti autorizzati possono accedere) per raccontare qualcosa di sé, mettere online fotografie di famiglia, inviare e-mail agli amici o chattare. Facebook ha scelto di non pubblicare foto pornografiche o, comunque, di nudo. Fin qui tutto condivisibile. Ma i gestori hanno deciso di rimuovere anche le immagini di donne che allattano al seno i loro bambini, equiparandole alla pornografia. Scelta che ha scatenato la rivolta delle mamme, che hanno fondato il gruppo “L’allattamento al seno non è un’oscenità”, al quale hanno aderito migliaia di utenti nel giro di pochi giorni. Così, le mamme di Facebook si sono trasformate in vero e proprio movimento di opinione. Ne abbiamo parlato con Jolanda Restano, una delle più note blogger milanesi, creatrice di siti come www.filastrocche.it, www.blogmamma.it e del primo sociale network per mamme (una sorta di Facebook in miniatura): www.mammacheclub.com.

Questa notizia smentisce il luogo comune che vorrebbe le donne in dissidio con la tecnologia… Proprio così. Le donne utilizzano le tecnologie, quando ne vedono l’utilità. In questo caso, hanno capito che la polemica scatenata da Facebook poteva trasformarsi in un’occasione straordinaria per far sentire la loro voce, cioè sostenere la causa dell’allattamento al seno, contro una cultura intrisa di vecchi pregiudizi. Hanno capito che la Rete consente di creare forti movimenti d’opinione, in tempi rapidissimi e a costo zero, in tutto il mondo. Alla protesta virtuale è seguita quella reale, davanti alla sede di Facebook, a Palo Alto (Usa).

Che cosa cercano le mamme nei blog a loro dedicati?
Un modo per uscire dall’isolamento in cui si trovano nei primi mesi di vita del figlio. E occasioni di confronto con altre madri, dal momento che magari le amiche più prossime non hanno figli. E, poi, la possibilità di rimanere in contatto con vecchie e nuove conoscenti che si sono trasferite lontano.

Insomma, la Rete come “piazza virtuale”?
Sì, anche perché le chat, a differenza del telefono, consentono di parlare con più persone contemporaneamente. Sarebbe meglio incontrarsi di persona per prendere un tè tutte insieme? In un mondo ideale, certo. Ma, visto che siamo sempre di corsa e che manca una “rete” di sostegno sociale, ci attrezziamo come possiamo.