Filastrocca di Natale

Teresa da Roma ci manda una sua Filastrocca sul Natale (2 dicembre 2000).

Lassù un aereo a gran velocità
squarcia il cielo attraversando mille città;
il pilota augura ad ogni passeggero
un Natale felice e sereno e
tuffandosi in quel cielo stellato
manda un saluto al Dio del Creato.
Nelle case tra computer e squillo di telefonini
che hanno conquistato adulti e bambini
tra i tanti e-mail e messaggi,
si rivive coi pastori e i Re Magi
la nascita del Redentore,
di colui che sarà il nostro Salvatore.
Nel presepe, magico e suggestivo,
tutto sembra reale, vivo:
l’acqua che scorre nella fontanella,
si muove piano la pecorella,
l’oste travasa il vino giù in cantina,
una donna porta un sacco di farina,
e come ascoltando una vecchia canzone
si prova una dolce, antica emozione.
Auguri, abbracci, baci,
strette di mano in un brusio di voci
in questo millennio in piena tecnologia
ognuno ha un momento di nostalgia:
chi pensa a una persona cara
che vorrebbe vicina ma è lontana;
chi rimane a guardare incantato
l’albero che brilla col nastro argentato;
chi spera con tutto il cuore
di poter volare come un aquilone,
libero, sospinto da una brezza leggera
nel cielo azzurro di un giorno di primavera
e chi da quel cielo aspetta una risposta
perché fiducioso ha spedito tanta posta.
Il fascino del Natale con la sua poesia
nemmeno il progresso porterà mai via!

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