La tristissima storia degli zolfanelli

Heinrich Hoffmann (1809-1894) - Tratta dall'Edizione Italiana di Struwwelpeter - Nelle traduzioni di Gaetano Negri e Maria Luisa Heinz-Mazzoni

Se vi piace questa filastrocca, dovete ringraziare Nonna Paola ( 2 aprile 2001).

tristissima storia degli zolfanelli

Leggiamo insieme: La tristissima storia degli zolfanelli di Heinrich Hoffmann

Nella traduzione di Gaetano Negri (1882)

Di sala in sala Paolinetta
Gira e rigira, sola soletta.
Di casa uscendo la sua mammina
Disse: “Ricordati di star buonina”.
Ma se non teme d’esser sgridata
Grida, fa il chiasso quella sventata.

Ecco essa vede sul tavolino
De’ zolfanelli lo scatolino.
“Oh, che grazioso bel giocherello!
Io voglio accender lo zolfanello.
La mamma accenderlo veduto ho spesso,
Io vo’ ripetere quel gioco istesso!”.

E Minz e Maunz, i due gattini
Alzano al cielo i lor zampini.
Gridano: “Il babbo questo non vuole
Più non rammenti le sue parole?
Miao, miao, miao.
Suvvia finiscila con questo gioco
Che c’è pericolo di prender foco!”.

Ai due gattini Paolinetta
Intenta al gioco non può dar retta.
Ecco la fiamma s’accende e brilla,
crepita il legno, scoppia, scintilla.
Tutta contenta la pazzerella
Agita il foco, ride, saltella.

E Minz e Maunz, i due gattini
Gidan: “La mamma questo non vuole,
più non rammenti le sue parole?
Miao, miao, miao.
Suvvia finiscila con questo gioco
Che c’è pericolo di prender foco”.

Ahimè la fiamma la bimba investe
Ardon le treccie, arde la veste.
Corre la misera di loco in loco
Non c’è più scampo, è tutta un fuoco.

E Minz e Maunz inorriditi
Mandano acuti urli infiniti.
Miao, miao, miao,
“Qui, qui venite, venite in fretta,
muore bruciata Paolinetta!”.

Brucia in un soffio, sfuma in un punto
Veste e persona, tutto è consunto.
Un po’ di cenere e due scarpini
Cara memoria dei suoi piedini.
È quel che resta! Non c’è più nulla
Di quell’indocile, vispa fanciulla.

E Minz e Maunz, i due gattini
Tergon le lacrime coi lor zampini.
Miao, miao, miao,
“Ahi! babbo e mamma, ahi! dove siete?
Ahi, vostra figlia più non vedrete!”.
Come un ruscello che irriga i prati
Scorron le lagrime dei desolati.

 

Nella traduzione di Maria Luisa Heinz-Mazzoni (1983)

Sola in casa era Paolina,
in città papà e mammina.
Tutta allegra saltellava
nella stanza e canticchiava,
quando vide ritti e snelli
dei graziosi zolfanelli.
Disse: “Evviva, urrà, che bello!
Che balocco sarà quello!
Un legnetto accendo adesso
come mamma ha fatto spesso”.

E Mia e Miao, i due gattini,
sollevati gli zampini,
van gridando a perdifiato:
“Il papà te l’ha vietato!
Miaù! Miaò! Miaù! Miaò!
Smetti! O bruci in un falò”.

Quella ai gatti non dà ascolto!
Il legnetto in fiamme è avvolto,
splende, fiaccola e scoppietta
come qui nella vignetta,
mentre gaia la Paolina
salta intorno sbarazzina.

E Mia e Miao, i due gattini,
sollevati gli zampini,
van gridando a perdifiato:
“La tua mamma l’ha vietato!
Miaù! Miaò! Miaù! Miaò!
O lo butti o sei un falò!”.

Ma l’incendio è divampato:
il vestito è già bruciato,
brucia la capigliatura,
e la bimba addirittura.

E Mia e Miao chiedono forte
un soccorso a tale sorte:
“Presto! Presto! La piccina
tutta in fiamme è poverina!
Miaù! Miaò! Miaù! Miaò!
Ah! La bimba è già un falò!”.

Oramai senza rimedi
brucia dalla testa ai piedi;
solo cenere è rimasta
con le tue scarpette e basta.

E Mia e Miao, lì accanto,
si domandano in gran pianto:
“Dove sono babbo e mamma?
Infelici in questo dramma!”.
E i loro pianti ora fluenti
scorrono giù come i torrenti.

 

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Per leggere le altre filastrocche tratte dal libro Pierino Porcospino di Heinrich Hoffmann

 

 

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Un commento su “La tristissima storia degli zolfanelli”

  1. Gioele says:

    Che cretina, Disubidiente è morta e lo so io che ho 10 anni

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