Gufo

Maria, che ha 14 anni, ci manda una sua poesia (13 maggio 2001).

Ero sola,
circondata solo da me stessa:
i miei sospiri, le mie lacrime.
Sentivo che dovevo stare sola. Fuori pioveva
i tuoni rimbombavano nella mia mente
dipingendoci immagini astratte
mentre alcune gocce di pioggia mi rigavano il viso.
I lampi mi illuminavano il volto
accentuando il colore della solitudine
che si rifletteva nei miei occhi,
come la criniera di un cavallo contro il sole.
Nella mia testa c’era il vuoto, non pensavo a nulla,
cercavo soltanto di seguire con lo sguardo
le sottili gocce che cadevano senza far rumore
come la fiamma di una candela
che cerca di toccare il soffitto.
Ad un tratto un batter d’ali ruppe il silenzio:
fuori dalla finestra un gufo graffiava il vetro.
Gli aprii e mentre entrò portò
con sé una forte folata di vento
che mi invase e spense anche il mio ultimo respiro.

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