Le avventure di Ethen

In un piccolo villaggio dell’Irlanda vivevano un marito e una moglie che avevano avuto i loro due figli in tarda età.
Un giorno la madre disse a Ethen, che era la figlia più grande: “Noi dobbiamo partire per un lungo viaggio e tu dovrai curarti del tuo fratellino. Dovrete sempre stare nel giardino e mai uscire”.
Così l’indomani i genitori partirono ma Ethen si dimenticò ben presto delle parole della mamma: uscì e andò a giocare in centro al paese.
Ben, il fratellino più piccolo, giocava tranquillo nel prato quando dei corvi lo afferrarono e lo portarono nel loro nido in cima alla collina.
Quando Ethen arrivò a casa e non trovò più il fratellino si disperò e cominciò a cercarlo per prati e per boschi.
Ben presto scorse in alto nel cielo uno stormo di corvi e capì dove si trovava il suo fratellino.
Così andò da una pietra del bosco e le chiese: “Pietra pietruzza, tu che sei sempre immobile, dimmi se sai dove hanno il nido i corvi” e la pietra rispose:
“Te lo dirò solo se tu mi metterai delle pietre in modo che io non cada a valle”.
“Io non voglio sporcarmi il vestito” disse la bambina, che in verità era un pò capricciosa, e corse via finchè non incontrò un albero di mele: “Albero alberuzzo, dimmi dove si trova la tana dei corvi”.
“Te lo dirò solo se mangerai alcuni dei mie frutti, che tutti dicono essere molto bruschi”.
“Io non mangerò nessun frutto, perché non ho voglia di farmi venire il mal di pancia” rispose la bambina capricciosa.
Arrivò la notte e Ethen, sfinita, si sedette ai piedi di un albero piangendo per la disperazione.
D’improvviso sentì una voce, alzò gli occhi e vide un pettirosso: “Perché piangi, bambina?”
Ethen disse tutto quello che era successo al pettirosso e l’uccellino le rispose:
“Io so come aiutarti ma solo se andrai a prendere tre ghiande d’oro nella capanna in mezzo al bosco dove vive la maga malvagia”.
Questa volta la bambina senza fare capricci accettò.
Cammina e cammina arrivò vicino alla capanna, d’un balzo e con tutto il coraggio che aveva entrò nella casa, prese una mela, la ficcò in bocca alla strega, prese le ghiande e scappò via.
Arrivò vicino al pettirosso, che le ordinò di piantare le tre ghiande per terra e, come d’incanto, si trovò in cima alla collina dove si trovava il suo fratellino, circondato da tremendi corvi.
Senza neanche pensarci cominciò a correre e a urlare e gli uccellacci si spaventarono talmente tanto che si dimenticarono di Ben.
La bambina prese in braccio il bambino e cominciò a correre, seguita da una dozzina di corvi.
Arrivò vicino al melo: “Melo meluzzo, aiutami a mandare via un po’ di quei corvi”. Il melo si gonfiò fino al cielo e bloccò la metà dei corvi.
La bambina, come segno di gratitudine, prese nel suo grembiule un bel po’ di mele.
Corri e corri, arrivarono vicino alla pietra: “Pietra pietruzza, aiutami a sconfiggere i corvi”. E la pietra si gonfiò fino al cielo e i corvi furono sconfitti.
La bambina, come segno di gratitudine, le mise una pietra in modo che non cadesse a valle.
Arrivò a casa sana e salva con il suo fratellino giusto quando i suoi genitori stavano arrivando e questi la abbracciarono contenti, perché non si era allontanata dal giardino e aveva fatto divertire il suo fratellino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?