Alla nonna centenaria

Ecco la poesia di Maria (17 maggio 2003).

Oh nonna, se volessi raccontare
tutti ti staremmo ad ascoltare,
anche per cento anni, se occorresse,
per sentire la tua vita come trascorse.
Leggi, o nonna, nel tuo cuore,
quel gran libro
in cui è scritta la tua storia,
che noi siamo avidi di sapere,
fin dove ti conduce la memoria.
La tua mente è lucida
e l’occhio sfavilla,
ma il labbro è tremulo
e la voce è fioca
e voglia di raccontare tu ne hai poca,
perché sai, o nonna,
che bello è parlar dei giorni buoni
ma non di quelli brutti
che ti brucian dentro
come il succo dei limoni,
spremuto su ferite ancora aperte,
storie di cose
tanto sofferte.
E così muta rimani e stai,
a far scorrer nella mente la tua vita
dall’inizio ad oggi: qualche rimpianto l’hai.
E a noi, guardandoti, sembra
di scorgere qualcosa nei tuoi occhi,
come un film,
e, quasi come ladri,
ti rubiamo le emozioni ed i ricordi.
Oh nonna, se tu volessi raccontare,
tutti ti staremmo ad ascoltare.
Non farne cruccio dei passati dolori,
perché se son passati son tesori,
perché ti hanno fatta ancor più forte
più abile a combatter con la sorte.
E i tuoi tesori saranno
anche per noi
dei gran valori,
ci aiuteranno ad essere migliori.
Ed ecco che la voce si fa forte,
comincia, ora a narrar i suoi ricordi
e, come una bandiera tra la folla,
si fa spazio nella nostra mente e ci coinvolge,
raccontandoci di guerre e di dolori,
di fatiche, di feste e di amori.
Or più cupa si è fatta la tua fronte,
un’altra ruga si è aggiunta a quelle
che scandiscono i tuoi anni,
o nonna bella.
Ma il cuore tuo è forte ed è felice,
perché sa di aver tramandato,
senza inganni,
né miti, né leggende e né misteri,
ma un’avventura lunga cent’anni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?