Alle gatte dello spedale di Sant’Anna
Torquato Tasso
Leggiamo insieme Alle gatte dello spedale di Sant’Anna di Torquato Tasso
Torquato Tasso (1544-1595) visse gli ultimi anni della sua vita in miseria, presso la Corte di Ferrara. Quasi totalmente cieco e senza possibilità economiche, non poteva neppure rifornire la sua lanterna di olio. Dedicò questo sonetto alla sua gatta chiedendo in cambio un po’ di luce dai suoi splendenti occhi, luminosi e potenti anche di notte.
Come nell’Ocean, s’oscura e ‘nfesta,
procella il rende torbido, e sonante,
alle stelle, onde il polo è fiammeggiante,
stanco nocchier di notte alza la testa;
così io mi volgo, o bella gatta, in questa
fortuna avversa alle tue luci sante,
e mi sembra due stelle aver davante,
che tramontana sia nella tempesta.
Veggio un’altra gattina, e veder parmi
l’Orsa maggior colla minore: o gatte,
lucerne del mio studio, o gatte amate,
se Dio vi guardi dalle bastonate,
se ‘l Ciel vi pasca di carme e di latte,
fatemi luce a scriver questi carmi.
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