Angioletto e Bimbomio
Annamaria Gatti
Pubblicato sul periodico “Città Nuova” numero 19/2007
Erano lì tutti in fila ordinati e pazienti, nel cortile interno del Paradiso. Erano i giovani angeli custodi. Beh, non tutti erano tranquilli, c’era sempre qualcuno un po’ irrequieto che tentava di far sorridere gli altri, tanto per ingannare l’attesa. E tutti loro erano ansiosi di essere assegnati al loro compito sulla terra. Quale?
Fare l’angelo custode, appunto!
Per questo erano andati alla scuola celeste.
Bisogna sapere che non tutti gli angeli possono diventare custodi. Ci vuole pazienza, studio, impegno. Bisogna superare l’esame finale e l’Arcangelo Gabriele è anche piuttosto esigente! Ma Angioletto era stato promosso con lode: sarebbe stato inviato presto sulla terra, per un bambino speciale, il “suo” bambino.
Era in stato d’attesa da tempo, ormai, ma non osava raccontare la sua preoccupazione a nessuno: sarebbe stato un pessimo esempio per gli angeli nuovi.
“Chissà quando mi chiameranno!” sbottò una mattina di luglio.
“Se sei ancora qui” gli sussurrò l’Arcangelo Gabriele, “…è perchè ho intenzione di affidarti un incarico speciale. C’ è una persona che mi sta molto a cuore. Ecco ora puoi andare da lei e… buon lavoro!”
E gli allungò le coordinate per raggiungerla, che è come dire le indicazioni stradali per arrivare a casa…
A casa? Quale casa? Sulle “coordinate celesti” non c’era una casa specifica, c’era solo scritto che il bambino sarebbe nato otto mesi dopo, che per il momento doveva curare la sua serena crescita nei desideri di mamma e papà.
“Buona questa! Come se fosse facile!”
Angioletto aveva studiato che il suo protetto avrebbe vissuto per alcuni mesi in un luogo speciale e che perciò sarebbe stato prima un bimbo vero e bello nella pancia della mamma. E lì ce n’erano cose da imparare!
“Bene!” concluse deciso Angioletto, “cominciamo il lavoro.”
Intanto non sapeva proprio come chiamarlo.
“Ciao, chissà che nome ti daranno!” gli sorrise.
Un piccolo sussulto e il bimbo sorrise così, fluttuando.
“Finalmente sei arrivato!” gli disse il bimbo.
“Ti chiamerò Bimbomio. Ti piace?”
“Sì, mi piace proprio, non mi pare che abbiano già trovato un accordo per un nome per me, ma so che mi aspettano tanto!”
“Sei un bimbomio fortunato!”
Bimbomio fece una nuotatina e riprese a succhiarsi il pollice.
Dunque lui era la sua vita prossima futura, considerò Angioletto, lui il bimbo da condurre per mano, da difendere dal male, da sorreggere sempre, anche quando, cresciuto, avrebbe dovuto accettare di stare nell’ombra di una preghiera frettolosa la sera: Angelo di Dio che sei il mio custode…
“Sai che sono il tuo angelo custode?”
“Oh, sì, l’ho sempre saputo. Dio mi ha accarezzato e mi ha fatto conoscere il suo bene… Mi ha detto che non sarò mai solo e che oltre a Lui e a mamma e Papà, ci sarai anche tu ad aiutarmi a nascere e poi… mi difenderai dai pericoli, dagli errori, dal male insomma…là fuori dev’essere bello, ma deve essere anche complicato!”
Angioletto pensò a tutti gli interventi d’urgenza che avrebbe dovuto operare: sapeva di essere ben preparato e con lode!
“Non vedo l’ora di farmi abbracciare da mamma e papà: riconosco già le loro voci, sai, soprattutto le loro risate. La mamma ha una voce dolcissima, papà deve essere un tipo divertente: giocheremo insieme un sacco, vedrai!”
“Appunto…” Angioletto pensò che Bimbomio aveva già imparato molte cose. Diede una rapida occhiata all’angelo custode dei due genitori e li vide provati, ma in buone condizioni.
“Bimbomio promette bene, i suoi genitori mi sembrano persone responsabili…” pensò, poi aggiunse rivolto ai due custodi “ehi, voi due… ci metteremo d’ accordo vero? Questo Bimbomio dovrà crescere benone!”
Ci voleva un minimo di collaborazione!
I due angioloni sorrisero bonari e ammirati: i giovani angeli custodi erano tipetti decisi e con le idee chiare! E ringraziarono Dio per quella nuova vita, che avrebbe impegnato di più anche loro, ma avrebbe loro portato molta, molta gioia!
Solo allora si accorsero che i loro protetti, mamma e papà di Bimbomio, stavano scegliendo il nome del loro bambino: ecco, questo era un affare delicato, tutto loro!
“Francesco? Che sia meglio Andrea, o forse Luca… E se fosse una bambina?”
Solo Angioletto sorrideva divertito, fece l’occhiolino a Bimbomio che smise di succhiare e si fece anche lui una bebè-risatina.