Balcone fiorentino

Alessandro Parronchi

Tratta da I Giorni sensibili

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Primi taciti voli, primi fuochi
s’accendono: vediamo scolorare
i veli d’una sera alta e tremante,
mentre adagio nel rosa intente squadre
di donne s’allontanano
con le nuche presaghe già di notte.

E adagio i venti vengono sull’Arno,
a un tocco di neve
s’appannano i verdi pavimenti
già s’ascolta
ciechi passi disperdere nell’ombra
l’oro d’un usignolo inaridito.

D’una donna nel passo accentuato
s’incammina l’inverno e appena il viso
accosta un qualche dio d’onice intriso
al viso della luna incipriato.

È primavera e ignote voci sperdono
dove un più luminoso albero chiama
la notte amica, l’albero più verde
nel vento che lo muove di lontano.

 

 

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