Bestie per bene

Antonio Rubino, autore sia del testo che delle illustrazioni

Bestie per bene

Salinzucca Sperindeo,
professor di galateo,
s’è pel mondo messo in viaggio
col pensiero molto saggio
d’insegnar la civiltà
a chi è bestia e non ce l’ha.

Or tra il Polo e l’Equatore
Salinzucca professore
dà lezioni dotte e pratiche
alle bestie più selvatiche,
e con massime morali
rende umani gli animali.

Gli Elefanti allegri e gai
vanno a farsi bambinai
e a ciascun elefantino
fan la doccia ogni mattino,
applicando molto bene
i precetti dell’igiene.

L’Ippopotamo sul fiume
la funzion di barca assume
e sull’ampio suo groppone
traghettar fa le persone,
mentre il buon Rinoceronte
va col corno arando il monte.

Le Giraffe allampanate
al telegrafo impegnate,
or disposte in file uguali
nel deserto fan da pali,
ed a calci la Zebretta
fa il mulin girare in fretta.

Bestie per bene

Del rimorso il grave assillo
lacrimar fa il Coccodrillo,
che trasforma in schiaccianoci
le mandibole feroci
e alle Scimmie sopra il desco
va servendo il cocco fresco.

I Cammelli e i Dromedari,
altruisti-umanitari,
nei deserti sconfinati
dan da bere agli assetati
l’acqua limpida che cola
dalla loro incisa gola.

Con accesi occhi la Lince
della notte il buio vince;
e la Iena, bestia umana,
fatta ormai vegetariana,
scava e cerca tra le zolle
rape, tuberi e cipolle.

Il Canguro, poverino,
si va tosto a far postino
e cammina di gran lena
con la borsa sempre piena:
per giocar con i birilli
si fan palle gli Armadilli.

Bestie per bene

Il Serpente con gli occhiali
legge opuscoli morali,
coi sonagli un altro ancora
fa da sveglia e suona l’ora,
mentre il Boa pien di buon cuore
cinge il collo alle signore.

Alle nobili ottentotte,
che al mercato vanno a frotte,
con i loro becchi strani
fan da sporta i Pellicani;
è lo Struzzo in gran faccende:
fa le piume e poi le vende.

Fino al Polo Sperindeo
va insegnando il galateo,
e il Tricheco immantinenti
estirpare si fa i denti,
mentre l’Orso, reso nobile,
porta tutti in automobile.

La Balena in mezzo al mare
pesci più non vuol mangiare,
anzi allatta il Pescecane
che digiuno (ahimè!) rimane.
Una piccola bottega
apre intanto il Pescesega.

Ma un bel giorno il Professore,
ritornato all’Equatore,
capitò nella magione
del potente Re Leone,
che sedea con aria altera
tra una Tigre e una Pantera.

Bestie per bene

Con accento molto umano
disse allora il gran Sovrano:
“Grazie a te le bestie vili
diventate son civili,
e perciò di tutto cuore
ti ringrazio, Professore!

Pel gran bene che hai recato
alle bestie del mio Stato,
Professor, caro mi sei!
Professor, ti mangerei!”.
E in sì dir l’abbraccia stretto
e gli mangia il naso netto.

Salinzucca (che bel caso!)
torna a casa senza naso,
ed esclama entusiasmato:
“Che Leon ben educato!

Senza il corso di morale
che l’ha reso all’Uomo eguale,
certamente quel Leone
mi mangiava in un boccone.

 

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