C’era una volta
Eleonora Bellini
Leggiamo insieme: C’era una volta di Eleonora Bellini
C’era una volta a Orta
una misteriosa porta.
Chi l’apriva poteva entrare
in una stanza da scordare:
la stanza delle cose futili
ingombra di parole inutili.
Vi sentivi rimbombare
le parole da dimenticare,
velenose parole rivestite
di caccole candite,
le parole tamburo
dette a muso duro,
e le parole spillo, pungenti,
maligne e indifferenti.
Dentro la stanza un drago,
di certo un falso mago,
invece dentro il fuoco,
bruciava le parole in gioco,
parole di un certo Gianni*,
già vecchio di cent’anni.
Ma nell’angolo per fortuna
un ragioniere ne rubava qualcuna
per donarla ai bambini,
sorelle, fratelli e cugini.
Dietro la misteriosa porta
che stava un tempo a Orta
c’erano il cattivo e il buono.
Ascoltare l’uno o l’altro suono
fu facile a un bambino
che aveva l’udito fino.
(*) Gianni è Gianni Rodari di cui ricorre il centenario dalla nascita nell’anno in cui è stata scritta questa poesia (2020).