Cimitero di campagna
Renzo Pezzani
Tratta da: Innocenza - Società Editrice Internazionale (1950)
Leggiamo insieme: Cimitero di campagna di Renzo Pezzani
Campetto fuori mano
col muro inamidato di calce
dove non passa la falce,
dove non cresce mai grano;
più piccolo d’un cortile,
più povero d’un sagrato,
ma verde come un prato,
prato the mezzaprile;
se non ci fosse la povera gente
che si china per un fuscello
e viene a pregare al tuo cancello
aguzzo come un tridente;
se non ci fosse di tanto in tanto
un morto da seminare,
una croce da piantare,
povero camposanto.
Chi vive chi cerca pane,
e i giorni sono così corti,
non ha tempo di pensare ai morti
dei paesi verdi e sotterranei.
Solo una mamma che so io,
quando butta le briciole agli uccelli
dice loro: “Benedetti da Dio,
quella bambina di così bei capelli,
ricordate? quella bambina
che pettinavo sulla porta
e le facevo una treccina
per ogni spalla, è morta.
Sui ginocchi me la sono vista mancare.
Era così savia che l’ha voluta Gesù”.
Gli uccellini per ascoltare
sono lì che non beccano più.
“Se mai passate dal cimitero
così verde col muro di gesso,
fermatevi. C’è un cipresso.
Ma buono, anche se nero.
Cantate l’aria che volete.
La mia piccola vi sentirà.
Ancora briciole? Prendete.
Carità per carità”.
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