Cimitero di rose
Mario Piovano
Se vi piace questa poesia, dovete ringraziare Elena (24 marzo 2005).
Cantiamo insieme: Cimitero di rose di Mario Piovano
Sotto le cime di quegli alti monti
La mamma mia riposa tra i fior
I fiori più belli e più profumati
Di quelle montagne dove io sono na’.
Quando, piccino, su un letto di foglie
Sempre dormivo accanto a lei
Diceva: “Ricordati, e portami un fiore
Quando sarò anch’io vicino al tuo papà.”
La mamma è morta e devo partire
Devo partire e andar a lavorar
E devo lasciare i miei cari monti
Come faremo a portarle quei bei fior?
Ho seminato un campo di rose
Nel cimitero abbandona’
La neve tra i monti sciogliendosi al sole
Di quel cimiteri i fiori bagnerà.
Son ritornato al mio paese
Nel cimitero abbandona’
I fiori più belli e più profumati
Erano quelli di mamma e di papà!
Note su: Cimitero di rose di Mario Piovano
Il canto d’ispirazione popolare dal titolo: Cimitero di rose fu composto nel 1966 dal fisarmonicista e cantante piemontese Mario Piovano.
Alla scrittura del testo collaborò anche Domenico Serengay e alla musica collaborarono Vic Nocera e Turi Golino.
Ritenuta erroneamente da molti un brano della tradizione popolare, ha avuto molte incisioni successive a quella dell’autore.
Il suo successo, oltre che dalla parte melodica, deriva sicuramente anche dal forte impatto emozionale del testo.
Cimitero delle rose racconta infatti di un montanaro che ha la mamma sepolta in un cimitero di montagna. In vita, la mamma gli raccomandava sempre di portarle un fiore sulla tomba, una volta che sarebbe morta e sepolta vicino al papà.
Il montanaro però deve lasciare i monti e il cimitero per scendere a valle a lavorare.
E allora pianta un campo di rose nel cimitero, rose che verranno bagnate dall’acqua della neve sciolta dal sole.
In questo modo la mamma avrà sempre dei fiori sulla tomba, come promesso quando era bambino.
Al suo ritorno in montagna, passando dal cimitero, troverà i fiori più belli fioriti sulla tomba di mamma e papà!
Questa non è una poesia, ma una canzone.
La suonavo sempre insieme al mio dolce nonno, che purtroppo adesso non c è più.
Questa canzone l’ho sentita cantare cinquant’anni fà in provincia di Torino, pertanto non è una poesia inventata da poco.
Signora Elena, che bella la sua poesia! Peccato che lei non l abbia scritta, mi dispiace dirle ma con tutto l orgoglio del mondo parole e musica sono dell iimmenso e unico Maestro MarioPiovano
Gentile Laura, la Sig. Elena ci ha solo inviato il testo, non ha detto di esserne l’autrice. La ringrazio molto per averci segnalato l’autore del testo che abbiamo subito provveduto a segnalare. Buona giornata!