Cometa, la slitta e la scuola di volo – 3^ parte

Elisabetta de Michele

Cometa, la slitta e la scuola di volo - 3^ parte
Fulmine e Donnola erano i più bravi, Cometa invece era tra quelli che si addormentavano per primi; sì, perché il terzo anno di scuola alla “Santa’s Flight”, oltre alle materie di studio e di pratica di volo, prevedeva anche un allenamento particolare: riuscire a stare svegli tutta la notte. Certo, altrimenti come avrebbero potuto resistere in volo, senza mai fermarsi, la notte di Natale? Le nostre amiche renne, che ormai erano grandicelle ed erano nell’aula più grande e più in alto di tutte le altre, essendo all’ultimo piano della scuola, credevano fosse più facile riuscire a non addormentarsi. Ne avevano provate di tutti i colori:
– farsi il solletico l’un l’altra
– raccontarsi le storie di paura
– lanciarsi i gavettoni di acqua fredda
– ascoltare musica a volume altissimo
– bere la red deer, bevanda alla caffeina che tiene svegli, fatta apposta per le renne
– rotolarsi sulla neve ghiacciata
– strapparsi i peli sulla schiena
– mangiare 54 fettine di limone aspro a testa
… ma niente da fare: qualsiasi tentativo falliva e Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido dormivano alla grande. E volete sapere perché? Perché il giorno in cui con il buio iniziavano gli allenamenti della Veglia, così si chiamava, non c’era scuola, in modo che le renne-studenti potessero riposarsi, ma le nostre amiche non avevano nessuna voglia di fare riposini e stare tranquille per non stancarsi; anzi, proprio perché non c’era scuola, ne approfittavano per giocare e saltare a più non posso, quindi poi crollavano dal sonno.

Icaro, l’istruttore di volo, le tranquillizzava sempre, dicendo loro che sicuramente la notte magica in cui avrebbero portato in giro il Natale per il mondo sarebbero state sveglie, ma che dico, di più: sveglissime, per l’eccitazione e la felicità. Avrebbero anzi addirittura avuto bisogno di calmarsi prima di partire; quindi, tra i preparativi per il viaggio, insieme agli addobbi per la slitta da attaccare, ai pacchetti dei doni da caricare e ai campanelli da lucidare, avrebbero anche bevuto litri e litri di tisana rilassante.

Il terzo anno ormai, tutte le renne studenti di “Santa’s Flight” erano piloti di slitta abilissimi; la cosa ancora da imparare rimaneva la strada. Sì, perché erano abituate a percorrere sempre le stesse vie celesti e le strade nuove, come ben si sa, spaventano un pochino. Tu che leggi, scommetto che quando vai a scuola o a lavorare fai sempre lo stesso tragitto, cammini sempre sullo stesso marciapiede, vero? Ecco, per non spaventarsi delle cose nuove, bisogna ogni tanto provare a cambiare marciapiede; all’inizio sembra strano ma poi è perfino divertente. Icaro lo sapeva che è bene cambiare spesso marciapiede, perciò per tutti quei mesi che rimanevano prima della grande prova finale, dopo la quale finalmente Cometa e i suoi amici sarebbero diventate ufficialmente le renne della slitta di Babbo Natale, faceva cambiare spesso strada ai suoi studenti durante le ore di volo: una volta dovevano passare a sinistra di quella nuvola a forma di conchiglia, la volta dopo invece dovevano passare alla sua destra, una volta dovevano sorvolare il tetto della chiesa, la volta dopo invece il tetto della casa che c’era di fronte a quella chiesa, eccetera.

Quando ormai le nostre renne erano pronte ad affrontare senza problemi tutte le strade, vecchie e nuove, Icaro e il preside della scuola, Volantibus, annunciarono a Cometa e ai suoi compagni che il giorno seguente ci sarebbe stato l’esame finale; chi lo passava avrebbe avuto finalmente la P.C.S.N.V.: la Patente da Conduttore di Slitta Natalizia Volante. Che emozione! Non potete immaginare però qual era la prova che dovevano affrontare le nostre renne: dovevano fare un giro con su proprio lui, il Signore del Natale!

Il pomeriggio prima del grande giorno ci fu la prova generale: Volantibus, vestito da Babbo Natale, con tanto di barba finta e abito rosso, sarebbe salito sulla slitta imitando in tutto e per tutto Santa Claus. Voi direte: e cosa c’è di tanto difficile nel portare Babbo Natale sulla slitta, a parte l’emozione per la grande felicità? Non è facile per niente, vi rispondo io; e se un giorno voi riusciste ad incontrare Cometa o una delle sue compagne renne, domandateglielo; sono sicura che vi risponderà anche lei come me: è difficilissimo. Cerco di spiegarvi perché:
Babbo Natale è rosso, come l’amore che porta in giro; il Natale è amore, amore che viaggia, come un dono, per le strade del mondo. Babbo Natale è di un rosso forte e potente, come l’amore che ha dentro di sé, ma ce l’abbiamo tutti quell’amore dentro. Babbo Natale è di un rosso dirompente, come la sua risata forte, che fa tremare tutta la slitta. Riusciranno le piccole renne a sopportare tutta quella forza? Tutto quell’amore?

La prova generale andò abbastanza bene, a parte forse i primi minuti, ma questo perché Volantibus, pur mettendoci tutto il suo amore, tutta la sua risata, che cercò di fare più forte che mai, non riusciva certo a imitare Babbo Natale, come del resto nessuno, credo, riuscirebbe a farlo.
Arrivò il giorno fatidico dell’esame. Tutto era pronto in Via del Volo e la slitta era bellissima così addobbata, scintillante e ricca di doni (finti però, perché quelli veri sarebbero apparsi solo il 24 notte); non appena le nostre renne furono pronte sulla pista di decollo, ecco che qualcosa fece scuotere e tremare tutta la slitta. Non era qualcosa, era qualcuno: Babbo Natale! Ed era apparso senza che nessuno lo avesse visto e ora con la sua risata fortissima stava facendo traballare ogni cosa: le renne, le nuvole e perfino le stelle del cielo. La forza che usciva da quell’uomo magico era davvero troppo forte e Cometa e i suoi amici facevano fatica a rimanere concentrati e a guidare la slitta, che stava per precipitare.

Ecco che, ancora una volta, la voce di Icaro accorse, dalla radiomobile, in loro aiuto, dicendogli: “State calme ora, amiche mie. È solo amore, niente di più. È solo una strada nuova, la strada del vostro amore. Non siete abituate a sentirlo e a portarlo in giro per tutto il mondo. Che il vostro cuore ora sia silenzioso e attento. Usate quella forza che sentite e spargetela come dono per il mondo”. Le nostre renne capirono il messaggio e si sentirono più tranquille. E più si sentivano tranquille più il loro cuore diventava silenzioso e attento. E più il loro cuore diventava silenzioso e attento più potevano sentire la forza del loro amore. E più sentivano la forza del loro amore, più la slitta smetteva di tremare. E più la slitta smetteva di tremare e più riuscivano a guidarla sui cieli del mondo e spargere il rosso dell’amore. Quella notte ci fu una grande festa al “Santa’s Flight”, la festa dei diplomi. Tutte le renne avevano superato l’esame e furono chiamate una ad una: Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido; a loro furono date tre cose: la patente, il diploma e una stretta di zampa da Icaro, Volantibus e tutti gli altri insegnanti.

La storia di Cometa e dei suoi amici ci ha insegnato tante cose, ma ora finisce qui; non possiamo raccontare di più, perché nessuno può parlare del volo magico della notte di Natale, proprio perché è magico. Spero che abbiate capito ora perché il Natale è rosso, quali sono i veri doni del Natale e perché un cuore colmo d’amore sa ridere forte. E spero tanto che ognuno di noi riesca a sopportare e tirare fuori la forza del proprio amore e portarla in giro per il mondo. Perché questa è la vera magia. Vi auguro un Santo Natale pieno di gioia e meraviglia e un cammino sempre su marciapiedi nuovi.

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