Dal diario della maestra Alice

Ecco il racconto di Cristina (3 febbraio 2005).

20 gennaio

Caro diario,
che periodaccio! Il cielo è coperto e fa un freddo cane, devo correggere un sacco di verifiche, sono raffreddata morte e m’è pure andata via la voce!
Tu che mi conosci bene, sai che per me questo periodo dell’anno è piuttosto critico, vorrei subito che arrivasse il caldo e le giornate lunghe e invece…manca ancora un bel pezzo!
Evidentemente anche i miei alunni cominciano a conoscermi bene! Ora ti racconto cosa hanno combinato mercoledì scorso.
Da giorni ormai mi presentavo a scuola con strati e strati di maglie, maglioni, calze, sciarpe e guanti, completa di scialletto modello “vecchietta del cacao”, mi accasciavo sulla mia sedia, dietro la cattedra e cercavo di muovermi il meno possibile per non disperdere calore – devo dire che così imbacuccata è ben difficile muoversi comunque! –
Scorgevo gli sguardi un po’ perplessi dei bambini, ma mai pensavo che stessero organizzando qualcosa; avevo giusto notato che mi facevano domande sul colore preferito, la stagione preferita, il dolce preferito – sanno bene che sono una golosa cronica…- , ma non mi ero fermata a pensarci più di tanto.
Così puoi immaginare il mio stupore e la mia gioia quando, questa mattina, sono arrivata a scuola, come sempre in ritardo, e aprendo la porta mi sono trovata la finestra di fronte con un enorme sole sorridente, fiori e uccellini attaccati un po’ dovunque e un’enorme crostata alle visciole che troneggiava sulla cattedra!
Beh, caro diario, non sono riuscita a trattenere la commozione, non finivo più di ringraziarli e di fargli i complimenti per come erano stati bravi!
Il loro affetto mi ha portato proprio un soffio di primavera! Così mi sono tolta qualche strato di magliette e sciarpe varie, li ho abbracciati forte e ci siamo mangiati la crostata tutti insieme! Poi ho dovuto riprendere in mano la situazione, l’entusiasmo rischiava di degenerare, così ci siamo seduti tutti in circolo a raccontarci le nostre emozioni nelle diverse stagioni e abbiamo fatto un bel cartellone con tutti i pensieri che erano venuti fuori.
Caro diario, adesso devo salutarti perché domani devo alzarmi presto: abbiamo l’uscita didattica e non posso rischiare che anche stavolta il pullman debba aspettare me! Ciaoooo

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