Con la testa tra le… filastrocche!

di Francesca Capelli
Dal sito RagazziNet
– numero 96 del 27 Giugno 2005

 

Jolanda Restano, creatrice di siti web, sposata e mamma di Matilde (6 anni), Tommaso (3 e mezzo), Aurora (2 mesi).

 

Lavorare a casa all’inizio è stata una scelta quasi obbligata. Ero assunta in una casa editrice di pubblicazioni mediche e, al rientro in  ufficio dopo la prima maternità, avevo chiesto il part-time. La risposta fu negativa e, visto che a Milano non potevo contare su  nessun aiuto, mi sono dovuta licenziare. Nei mesi precedenti avevo cominciato a navigare su Internet: così ho pensato di farne  un’occupazione e propormi come creatrice di siti web. All’inizio è stata dura: una donna che lavorava a casa non riscuoteva molta fiducia. Tutti pensavano che fossi la classica casalinga “insoddisfatta” che cercava un hobby, senza nessuna professionalità. Ma da  un paio di anni le cose vanno molto bene, con clienti importanti e tante soddisfazioni, lavorative oltre che economiche.

L’aspetto positivo è la gestione del tempo molto elastica. Cerco di lavorare il più possibile tra le 9 e le 16, mentre i due bambini più grandi sono all’asilo. Ma se alla sera, quando li ho messi a letto, devo finire un progetto urgente, posso sempre rimettermi al  computer per un paio di ore. I miei figli hanno imparato a rispettare i tempi e gli spazi della mamma “che lavora in casa”. La maggior parte dei miei impegni è fissata per le ore in cui loro sono fuori ma, se ogni tanto mi vedono al telefono oppure alla scrivania quando  tornano da scuola, sanno che non devono disturbarmi.

Un altro aspetto molto piacevole del lavoro a casa è che, quando non devo incontrare un cliente, posso stare al computer in tuta e  con bigodini in testa. Senza esagerare, ovviamente.

Ma c’è uno svantaggio: non posso confrontarmi con i colleghi, come succedeva quando stavo in ufficio. Se non ho appuntamenti  fuori casa, mi capita di non vedere nessuno, eccetto i famigliari, anche per 2 o 3 giorni. Inoltre un’azienda, dispone di tutta una serie  di strumenti, come database e computer più veloci. Non mi mancano invece i pettegolezzi e le piccole invidie tipiche della vita in  ufficio.

Per fortuna ho un marito molto presente e se ho un dubbio di lavoro posso sempre confrontarmi con lui e chiedere il suo consiglio. Anche in casa mi aiuta molto:. magari non prende l’iniziativa, ma se gli chiedo di mettere a letto i bambini o di fare un po’ di ordine,  non se lo fa ripetere due volte. Per quanto riguarda le commissioni fuori casa, abbiamo ottimizzato i tempi domiciliando le bollette  in banca. E con Internet posso gestire il conto corrente dal computer. Con un po’ di organizzazione tutto diventa possibile. Tanto che per la nascita di Aurora mi sono fermata per 10 giorni e poi ho ricominciato a lavorare, interrompendomi per le poppate.

Certo, questa non è una scelta “per tutti”. Ognuno ha le proprie attitudini. Lavorare in casa non è affatto semplice.: bisogna essere capaci di non distrarsi, tra telefonate, televisione e frigorifero. Io in questo sono molto rigorosa. Certi giorni mi siedo alla scrivania  alle 9 e mezza e mi alzo alle 14. Bisogna tenere presente che, anche se i tempi sono più elastici, si deve rispettare un orario di lavoro.

Tornare in ufficio? Ho ricevuto offerte di assunzione, anche buone, ma ho sempre rifiutato. Significherebbe rinunciare a qualcosa  che ho creato con fatica, che è tutto mio. Come il sito, dove ho espresso il meglio di me.