Domenica – La strega con i pattini a rotelle

Sofia Gallo

Grassona, strega mangiona, mangiava tutto il giorno, in fretta in fretta e in grande quantità.
Man mano che mangiava ingrossava e alla fine della giornata era gonfia come un pallone e non poteva più muoversi.
Durante la notte sgonfiava un poco, ma il giorno dopo ricominciava a mangiare come un porcello.
Le sua amiche streghe erano preoccupate.
“Se continua così scoppierà”, dicevano.
“Dobbiamo distrarla”.
Così un giorno la portarono al circo, poi la portarono al cinema, poi a ballare, poi allo zoo, poi in barca sul fiume.
Alla sera le streghe erano stanche morte e andarono a dormire senza cena.
Grassona aveva una fame da lupo e mangiò tutta la notte.
Al mattino era gonfia come un pallone e non poteva muoversi.
“Dobbiamo trovare un’altra soluzione”, dissero le streghe.
Fecero sparire dalla città le cose buone che piacevano a Grassona, cioè tutto tranne piselli, fave, rape e insalata amara. Non l’avessero mai fatto!
Grassona andò su tutte le furie e tentò di inghiottire tutto ciò che vedeva: cani, gatti, passeggini, insegne luminose, lampioni, borse della spesa, ombrelli, gomme delle auto.
In città si diffuse il panico.
“Anche questa è stata una pessima idea”, dissero le streghe.
“Facciamole dei bei regali”, propose una strega.
Ma Grassona addentava i regali e li distruggeva.
Finché qualcuno le regalò dei pattini a rotelle.
Grassona tentò di divorarli, ma poi ebbe la curiosità di provarli e cominciò a sfrecciare per la città in gran velocità.
Si divertiva così tanto con i suoi pattini che dimenticò quella gran fame e divenne una strega normale.
Cambiò nome e si chiamò Grissina.
Grissina trovò un sacco di lavoro da fare con i pattini ai piedi.
Nel traffico era più veloce delle auto, nei ristoranti era più svelta dei camerieri, ai giardini rincorreva i bambini rapida come un fulmine.
In breve divenne la strega più amata dalla città.
La sue amiche streghe organizzarono allora un banchetto e una festa in suo onore.
Prepararono piatti prelibati con i suoi cibi preferiti e quella fu l’ultima volta che Grassona-Grissina mangiò tanto tanto.

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