Era una bellissima giornata d’inverno

Se vi piace questa filastrocca, dovete ringraziare Melisa (16 settembre 2004).

Era una bellissima giornata d'inverno

Leggiamo insieme: Era una bellissima giornata d’inverno

Era una bellissima giornata d’inverno
Il sole cadeva a larghe falde;
Io ero in tre
seduto su un sasso di legno
e al chiaror di un lumicino spento
mi si avvicinò un cadavere vivente
prese un coltello, senza lama e senza manico,
me lo ficcò nel cuore e disse:
“Muori! Scellerato cadavere!”

7 commenti su “Era una bellissima giornata d’inverno”

  1. MARIA says:

    Non fa così…. Le parole sono altre…me la raccontava sempre mio nonno….

    1. Jolanda says:

      Ciao Maria! Perché non ci mandi le parole di questa poesia, così come te la recitava tuo nonno? Così poi le mettiamo sul sito a disposizione di tutti! 🙂 Grazie!

  2. Renny58 says:

    Anch’io conosco una versione diversa e recita :
    Era una calda giornata d’inverno
    la neve cadeva a larghe
    mi incamminai, mi incamminai
    entrai in un bosco in cui non cera nemmeno un albero
    presi un sasso di legno e mi sedei per terra
    alla luce di un lumicino spento presi un libro
    senza una pagine e mi misi a leggere.
    Mi rialzai restando seduto e mi incamminai
    vidi un morto che respirava ancora
    presi il mio coltello senza la lama
    e glielo trafissi nel cuore dicendo
    muori scellerato ma prima di morire pagami un gelato

  3. Joey says:

    Anche io la so simile, ma diversa:
    “Un giorno feriale di domenica,
    Il sole cadeva a larghe falde,
    La neve coi suoi raggi
    pareva volesse illuminare tutta la terra.
    Io me ve stavo seduto su un sasso di legno
    leggendo un giornale senza parole
    e fumando una sigaretta spenta.
    Al chiarore del lumicino spento
    vidi un cadavere che a toccarlo pareva quasi morto.
    Tassi dal cappotto il mio coltello affilatissimo,
    senza manico, a cui mancava anche la lama,
    glielo piantati nel petto urlando:
    “Muori scellerato cadavere!”.

  4. Cry says:

    Anch’io un ricordo lontano di questa filastrocca che non fa come quella indicata… ricordo solo la fine che diceva:” muori scellerato ma di siano concessi molti anni di vita”

  5. Antonio says:

    Io e te eravamo in tre,
    seduti su un grosso sassolin di legno,
    al chiaror di un lumicino spento,
    vidi un cadavere vivente,
    presi un coltello senza lama
    ma ci mancava pure il manico
    e glielo ficcai nel cuore destro
    e gli dissi: “Muori scellerato
    che hai mangiato lo zucchero salato!”.

  6. MarioRE says:

    Anche io ne so una versione:
    Era una caldissima giornata d’inverno, il sole veniva a larghe falde, la neve coi suoi cocenti raggi riscaldava la terra. Io e te eravamo in tre, seduti s’un pezzo di legno fatto di sasso; poi al chiaror di un lume spento, vidi un cadavere vivente, presi un coltello senza lama a cui mancava il manico, glie lo infilai nel cuore e dissi “muori o scellerato cadavere!”. Poi gli chiesi: “perché sei morto?” E lui “dalla fame che ho mangiato troppo”.

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