Ero ciliegio

Giacomo Zanella (1820-1888)

Tratta da Opere, Neri Pozza, 1988

Ero ciliegio: cento volte e cento
I miei rubini maturai: dal suolo
Dopo lunga tenzon sterpommi il vento,
Ed alle man passai dal legnaiuolo.

Fui segato, piallato, ebbi ornamento
Di vernici e di vetri. Ora uno stuolo
Di morti, che immortale hanno l’accento,
Alla polve e de’ topi al dente involo.

Guardo Omero, Platone, Orazio e Dante.
Dell’onor che m’è fatto e del riposo
Invidia avranno piú superbe piante;

Io, se il destin mi ridonasse un’ora
Della mia gioventù, volenteroso
Andrei co’ venti ad azzuffarmi ancora.

 

 

 

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