Fantalbina fantasmabambina

Ecco la fiaba di Zia Mariù (7 giugno 2006)

Lo sapete che i fantasmi sono bianchi vero? Beh… Ce n’é una che del bianco non ne vuol proprio sapere, il suo nome è “Faltalbina”, e vive con i suoi genitori in un castello molto antico.
La sua Fantamamma la rimproverava sempre, non era mai in ordine, ma lei pur di avere il suo lenzuolo colorato cosa faceva?
Appena pioveva, usciva e saltava in mezzo alle pozzanghere di acqua sporca, a volte mangiava il gelato e se lo lasciava cadere in dosso, era sempre piena di fantafrittelle grandi così!
Non voglio portare sempre lo stesso lenzuolo bianco!
Diceva ai suoi fantagenitori.
La fantamamma era proprio disperata finché un giorno ebbe una grandiosa idea.
In quel castello, davano sempre grandi e luccicose feste.
Vedeva sfilare delle belle bambine tutte vestite alla moda.
Per caso, un giorno entrarono dentro un armadio e cosa videro? Una sfilza di lenzuoli, tutti colorati, a fiori, a pallini, a strisce.
Era proprio quello che ci voleva per Fantalbina.
La mamma organizzò una bella festa tra fantasmi.
Era arrivata l’occasione per fare una bella uscita in società.
La fantabambina aprì l’armadio ed incominciò a tirare fuori tutti i lenzuoli colorati.
“Fantamamma come mi stà questo? e questo e questo?
Sembrava una caramella!
Finché non ne trovò uno fiorito, era sempre stato un suo desiderio essere avvolta dai fiori e da quel giorno il sogno si avverò.
Ma un desiderio più bello era quello di partecipare ad una festa di non fantasmi, di bambini veri.
Ed ecco arrivare un’altra occasione per Fantalbina, il Carnevale.
Quando si presentò tutta svolazzante agli ospiti, loro pensarono di chiudere bene le finestre dal vento e credendo di vedere una tovaglia caduta da un tavolo.
La presero e la misero al suo posto. Dove? Ma sul tavolo accipicchia!… ma non bastò, le misero sopra anche un bel vaso di fiori! Quando la festa terminò tutta lagnante tornò dalla sua fantamamma che le disse: “lo vedi Fantalbina noi dobbiamo essere bianchi, siamo solo dei fantasmi”.
Ma la fantabambina, più caparbia che mai, andò nell’armadio e prese un lenzuolo a stelle e strisce.
E quando la videro di nuovo, richiusero le finestre e questa volta la sfortunata fantasmina si ritrovò attaccata ad un’asta sopra il tetto del castello, esposta a tutti i venti.
Quella volta non morì quasi dal freddo!
E, le servì di lezione.
Aveva sbagliato ancora; dentro quell’armadio c’era di tutto e lei non ne voleva più sapere e questo fu la gioia della sua fantamamma.
Ma lei ci ha promesso non finisce qui!
Come avrete capito, Fantalbina era una fantasmina che voleva fare sempre di testa sua e delle volte sapeva essere anche molto dispettosa.
Lei non dormiva nel suo lettino caldo caldo, NO! Lei voleva dormire dentro un armadio attaccata ad un appendiabito e, quando la notte si svegliava per fare la sua solita giratina, la padrona di casa che, era a letto, prima sentiva cigolare la porta dell’armadio, poi la vedeva aprire e quando ne vedeva uscire un lenzuolo tutto colorato, incominciava a tremare come una foglia e metteva la testa sotto le coperte e poi sentiva fare: UUUUHHHHH!!!!!!
Proprio come fanno i fantasmi veri.
E Fantalbina scappava svolazzante ridendo soddisfatta di averle fatto paura.
Una volta nel castello arrivarono invitati da tutta la città.
Fantalbina controllò la situazione nel caso ci fosse l’occasione per fare qualche fantadispetto quando vide in un angolino un bambino tutto triste, gli si avvicinò e non vi dico la sorpresa quando sentì Fantalbina parlare.
“Ma…ma…ma…tu…tu…sei un fantasma?”
Disse il bambino con la voce che tremava.
“NO! io sono un lenzuolo che vola!”
Ma certo che sono un fantasma anzi una fantabambina, non ne hai mai visto uno? Esclamò Fantalbina i…i…i…io n…n…no!
Fantalbina si mise vicino al piccolo ed incominciarono a fare amicizia e tra una spinta e una risata divennero amici.
Un giorno decisero di andare insieme a fare una passeggiata ai giardini.
La fantasmina non era mai uscita di casa tranne quella volta se vi ricordate, che si ritrovò attaccata in balia di tutti i venti sopra l’asta portabandiera del castello.
E dunque, ritrovarsi insieme a tanti bambini veri, era la cosa più bella che quel giorno poteva succederle.
Si avvicinarono al laghetto dei pesciolini rossi e quando Fantalbina si sporse per osservarli loro si rintanarono dalla paura.
Più in là c’era un’aquilone che volava e lei, nel vedere che gli assomigliava un pò’, volò nel cielo a salutarlo.
Portò con se anche il bambino che strillava dalla gioia.
Incominciarono a volare insieme agli uccellini e sempre più in alto, alto, alto.
Il bambino non aveva mai vissuto un’avventura così bella, gli pareva di vivere un sogno e pensò che l’avrebbe raccontata ai suoi amici.
Dopo aver trascorso una bella giornata così, si avviarono verso casa, promettendosi di rivedersi presto.
Il giorno dopo, a scuola, il bambino cominciò a raccontare la fantastica avventura, ma gli amici non gli credettero, anzi, gli diedero anche del bugiardo.
Raccontò tutto a Fantalbina che, dispiaciuta per l’amichetto, pensò cosa poteva escogitare per aiutarlo.
Organizzarono al castello una bella festa di compleanno per il bambino, furono invitati gli amici fantasmi di Fantalbina e tanti altri bambini e, quando venne il momento della torta…
una torta gigante così… e all’improvviso uscirono 4…5…6…10…fantasmi, tutti bianchi e UH…UH…UHhhhhhh…i bambini cominciarono a urlare…
a strillare dalla paura…e quando furono vicini alla
porta…PUMMMM!!! questa si chiuse all’improvviso e dalla torta uscì Fantalbina tutta di fiori vestita, si avvicinò pian piano ai bambini e con voce leonina gli fece: BUUUUUHHHHH!!!!

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