Fatto orribile

Renato Fucini

Tratta da: Il Ciuco di Melesecche, storielline in prosa e in versi - Einaudi (1922)

Fatto orribile

Leggiamo insieme: Fatto orribile – D’un cane che morde un uomo. E d’un uomo che è morso da un cane – di Renato Fucini

Fermatevi, ascoltate, o buona gente;
Vi canterò la canzonetta mia.
Se sarà corta, non v’è mal di niente:
Il tempo mai non va buttato via.

Vivea dentro Calcutta un buon cristiano
Del qual parlava tutta la città;
E si diceva ch’egli avea la mano
Sempre occupata a far la carità.

Pregava spesso ed, invocando i Numi,
Pace chiedea per tutti, a cuore schietto.
E, giunta l’ora di spegnere i lumi.
Si spogliava contento e andava a letto.

Poi, la mattina, si vestiva; e quando
S’era vestito, si ficcava in mente
D’aver vestito un altro, e, gongolando,
Pensava al gongolar di quel pezzente.

Dunque dicevo o, per dir meglio, dico:
V’era in città, fra tanti cani, un cane
Che di quell’uomo s’era fatto amico
Per le sue carità d’ossi e di pane.

Ma un giorno (come andasse non lo so)
Questo cane arrabbiò.
Ed incontrato il suo benefattore,
(Uh, che orrore, che orrore; uh, che mondacelo!)
Gli s’avventò, lo morse e gli strappò
Mezzo chilo di ciccia da un polpaccio.

Alle sue grida accorsero i vicini:
Uomini, donne, bambine e bambini;
E disser tutti e perfino il curato:
“Quel cane li dev’essere arrabbiato!”.
E certa, altri motivi non ci sono
Per dare un morso a un uomo tanto buono!

Vista la gran ferita sanguinosa,
Ognun la giudicò pericolosa.
E mentre lo fasciavano e pensavano
Che quel canaccio era di certo idrofobo,
Dissero tutti, e l’affermò anche il medico,
Glie, senza dubbio, entro un tempo corto
L’uomo sarebbe morto.

Sapete un po’? Dentro due settimane,
L’uomo era vivo, ed era morto il cane!

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