Filastrocca delle vacanze
Eleonora Bellini
Arriva giugno, andiamo in vacanza
ci andiamo leggeri, a passo di danza,
prendiamo lo zaino, calziamo il cappello
se nuvola piove abbiamo l’ombrello.
Vacanza vuol dire aspettare il mattino,
spiare se sbocciano i fiori in giardino
(in città, magari, nel vaso, al balcone),
mangiare il gelato, giocare a pallone.
Vacanza vuol dire non avere mai sonno,
partire in treno e andare dal nonno,
aiutare la nonna che fa la crostata
con la frutta dell’orto lavata e sbucciata.
Vacanza vuol dire annoiarsi un pochino
sfogliando più volte quel giornalino
già letto e riletto sopra il divano,
ascoltando le ore che battono piano.
Le ore bambine sono calde e dorate
colorano i giorni di tutta l’estate,
fan gli scolari più grandi ed arguti:
bussa settembre e son tutti cresciuti!
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