Genialità di cavaliere
Sofia Gallo
(ovvero come non perdersi d’animo)
Il cavaliere Arcimboldo andò nel castello della strega Irina, equipaggiato di tutto punto, per liberare la principessa Clorinda che la strega da anni teneva prigioniera.
La sua impresa fu un vero fallimento: la strega infatti non era facile da ingannare e sorpreso Arcimboldo che saliva su per lo scalone del castello, gli rovesciò addosso un pentolone della sua pozione magica.
Il disgraziato Arcimboldo si ritrovò fatto a pezzi, ma siccome era un cavaliere di spirito non si arrese a morire così.
La testa finì nel pallone e da quel giorno a palazzo della strega si organizzarono tornei di football, i primi che la storia ricordi.
Le mani divennero di pastafrolla e da quel giorno a palazzo della strega furono preparati banchetti quali mai si ricordavano dai tempi dei tempi.
Il cuore divenne di pietra e da quel giorno, purtroppo, a palazzo della strega tutti divennero crudeli, ma così crudeli che la storia nemmeno vuol ricordarli.
Le gambe andarono a Rotoli e, siccome Rotoli era un paese lontano lontano, da quel giorno a palazzo della strega nessuno più si ricordò di camminare sulle proprie gambe.
I capelli ebbero un diavolo per ciascuno e da quel giorno a palazzo della strega i diavoli non fecero altro che litigare, tanto che la storia fu ben contenta di esserseli tolti dai piedi.
Gli speroni se la diedero a gambe, i pugni divennero di ferro, le orecchie si fecero da mercante e gli occhi si foderarono di prosciutto: a palazzo della strega non rimase che l’anima di Arcimboldo.
E siccome quella era la parte più bella del cavaliere, la principessa Clorinda ne fu ben contenta, anzi fu la più contenta delle principesse che la storia ricordi.