Giuggiolina gelosina

Questa è la filastrocca di Valeria (31 maggio 2011).

C’era una volta, mio caro bambino,
in un paese non molto vicino,
una folletta sveglia e carina
che si chiamava Giuggiolina.

Portava sempre un buffo cappello
che però le stava a pennello
ed indossava un vestitino
fatto di foglie di biancospino.

Minuscola era la nostra amica
alta quanto una formica.
Viveva in una casetta che aveva per tetto
il cappello di un rosso funghetto.

Gli animali del bosco le erano amici
e trascorreva giorni felici:
coccole e baci da mamma e papà
aveva sempre in quantità.

Una mattina di primavera
gran trambusto in casa c’era:
si svegliò Giuggiolina
con una nuova sorellina!

Rosa e paffuta la nuova arrivata
era da tutti già adorata!
Guardandola bene era proprio bella
e profumava di caramella!

Rimase Giuggiolina alquanto turbata
per la sorpresa inaspettata!
Ora aveva una sorellina
che si chiamava Gelsomina!

In cuor suo già bene le voleva,
ma con aria seria si chiedeva:
“Mi vorranno ancora bene mamma e papà
o faranno le coccole solo a quella là?”

Ed ecco che arrivava la gelosia
che lei proprio non mandava via!
Il muso lungo spesso teneva,
urlava, s’agitava e infine piangeva!

“Volete bene solo a lei!”
gridava fra mille piagnistei,
pur sapendo che non era vero
teneva il broncio un mese intero!

“Uffa, uffetta, uffina
guardano tutti la mia sorellina!”
Intanto il tempo passava
e la gelosia aumentava.

Un giorno che era veramente arrabbiata
decise che dai genitori sarebbe scappata.
Tanto a loro non importava
se lei a casa più non stava!

Così prese il sacchettino,
il cappello e il cappottino,
due dolcetti, la cioccolata,
un po’ di pane e marmellata.

Cammina cammina si allontanò
e nel bosco s’inoltrò.
Era sicura e determinata
così trascorse la giornata…

A poco a poco venne sera
e lei non sapeva più dov’era.
E quando il sole calò,
tutto buio diventò.

Ora Giuggiolina aveva paura
non si sentiva più tanto sicura!
Le ombre erano minacciose
tutte le cose spaventose!

Voleva tornare nella sua casina,
riabbracciare la sorellina,
riposare nel suo lettino
con mamma e papà lì vicino!

“Che sciocca sono stata!”
pensava la folletta ormai stremata.
Rannicchiata in un angolino
si addormentò pian pianino…

“Giuggiolina, Giuggiolina…
dove sei mia piccina?”
Da lontano udì una voce,
e si rialzò veloce!

“Forse sto solo sognando
ma sembra che qualcuno mi stia chiamando…”
pensò Giuggiolina con speranza
mentre ascoltava in lontananza…

Ed ecco la voce si avvicinava:
non stava sognando, qualcuno la cercava!
“Mamma, papà siete proprio voi?”
urlò vedendo i genitori suoi.

Nei loro occhi la preoccupazione,
l’ansia, l’ apprensione…
Guardandoli Giuggiolina ora capiva
di essere stata proprio cattiva!

Un attimo dopo erano riuniti,
di nuovo assieme e felici.
Mamma e papà non l’avevano abbandonata,
ma cercata a lungo e ritrovata.

Allora le volevano bene un sacco…
che sciocca era stata, perbacco!!!
Ora non aveva più paura
tra le braccia di papà si sentiva sicura…

E quando a casa Gelsomina
allungò verso di lei una manina
un nodo si sciolse nel suo cuoricino
e abbracciò stretto il fagottino.

“Ti voglio bene, cara Gelsomina
e diventerò una brava sorellina!”
Questa promessa in armonia
scacciò via la gelosia.

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