I cigni selvatici

Flying Swan

C’era una volta il re Alberto che aveva undici figli maschi e una figlia femmina, Elisa. Erano dei bravi bambini, andavano bene a scuola e la loro vita scorreva felice e serena fino a quando un bel giorno il re si risposò con una regina malvagia che non era affatto buona verso i bambini. Infatti, il giorno dopo le nozze Elisa fu trasferita in una famiglia di contadini e, non molto tempo dopo, la cattiva regina Rebecca fece allontanare anche i fratelli che con un incantesimo trasformò in undici cigni che presero il volo per terre lontane.
Passarono gli anni ed Elisa fu richiamata a palazzo, con gran dispiacere della matrigna che, quando rivide quanto fosse diventata bella, dolce e intelligente, sentì raddoppiare l’odio e l’invidia nei suoi confronti. Così le sporcò il visino con la fuliggine e tagliò i suoi capelli così tanto da farla diventare irriconoscibile persino agli occhi del padre che, credendola una mendicante, la fece scacciare dal castello. La povera Elisa camminò, triste e sola, tutto il giorno per il bosco e quando giunse la sera si addormentò, sfinita. Ahimè! Brutti incubi rovinarono il suo sonno: che cosa era accaduto ai suoi fratelli? Al risveglio, incontrò una vecchia che le parlò di undici cigni con la corona sulla testa che nuotavano nel fiume lì vicino e le indicò la strada.
Nel frattempo il sole tramontava e all’orizzonte apparvero undici cigni selvatici che si posarono sulla radura e… indovinate un po’: si trasformarono in undici bellissimi principi! Erano proprio i suoi fratelli! Elisa corse loro incontro, li abbracciò e si raccontarono le varie avventure. Il più grande dei fratelli disse: “Siamo condannati all’esilio eterno in un lontano paese; di giorno siamo cigni e di notte torniamo uomini. Pochi giorni l’anno riusciamo a volare fin sul palazzo di nostro padre a rivedere il luogo della nostra felice giovinezza. Ecco perché ci hai incontrati. Domani torneremo in esilio. Vieni anche tu con noi!” E così al mattino seguente, sorretta dai suoi fratelli, volò a lungo sopra i mari verso il paese lontano, poi si fermarono in una grotta.
Elisa, stanca, si addormentò immediatamente, ma con una grande preoccupazione: come avrebbe potuto aiutare i fratelli? Le apparve in sogno la fata Camilla che Elisa riconobbe come la vecchia donna che l’aveva guidata nella foresta. “Conosco il tuo desiderio e posso esaudirlo, ma ti occorrerà molta volontà e tenacia. Sei pronta a sopportare silenziosamente prove terribili?” le disse la fata. “Sì, sono pronta! Niente mi fermerà!”, rispose Elisa. “Dovrai raccogliere molte ortiche, filarle come la lana, tesserle e cucire il tessuto ottenuto per confezionare undici abiti. Quando saranno terminati, li getterai sui cigni e il cattivo sortilegio scomparirà immediatamente. Ma dovrai restare sempre zitta. Un solo suono uscito dalla tua bocca renderà inutile il tuo sacrificio e abbrevierà la vita dei tuoi fratelli”, concluse la fata. Al suo risveglio, Elisa colse le ortiche e con la bocca chiusa, soffocò singhiozzi di dolore. Come ogni sera, i cigni ritornarono a terra e ripresero il loro aspetto principesco. Interrogarono la sorella sulla causa delle sue mani gonfie e degli occhi pieni di lacrime, ma Elisa non disse nemmeno una parola. E continuò con ostinazione il suo lavoro doloroso.
Un giorno, mentre stava facendo provviste di ortiche, alcuni cacciatori si fermarono per chiederle la strada. Erano condotti da Riccardo, un re giovane e seducente, che fu immediatamente conquistato dal fascino e dalla grazia di Elisa e che decise di sposarla e portarla con sé a palazzo. Il matrimonio, così improvviso, suscitò però molti rancori e gelosie: da dove arrivava questa sconosciuta? Aveva soggiogato il re, era una strega! Per farle ritornare il sorriso e la voce, il re Riccardo preparò la stanza di fianco alla sua con tutto quello che Elisa aveva bisogno: i vestiti già cuciti e il necessario per cucirne degli altri. Elisa riprese il lavoro con entusiasmo… ma presto le ortiche finirono! Andò a cercarne al vicino cimitero ma ahimè fu seguita da un cortigiano che scoprì il suo segreto e corse a rivelarlo al re Riccardo che, nonostante amasse con tutto se stesso la dolce Elisa, dovette cedere alle insistenze della sua corte che l’accusava di stregoneria e la fece chiudere in prigione con le sue ortiche. Fu così che, mentre attendeva di essere bruciata viva come strega, la povera Elisa riuscì a portare a termine il suo lavoro e portò con sé al rogo gli 11 abiti. Incuriositi dal rumore della folla, gli undici cigni si avvicinarono al rogo e, con grande emozione della folla, ripresero l’aspetto umano appena Elisa ebbe lanciato i vestiti magici. Liberata dal giuramento, poté finalmente raccontare la sua storia e quella dei suoi fratelli. Re Riccardo la liberò immediatamente ed Elisa di buon cuore perdonò il suo sposo e con lui e i suoi fratelli vissero felici e contenti.

 

 

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