I nomi di Rosina
Franco Bianchi (Sancio Pancetta)
Tratta da: Strofette da passeggio (Antonio Vallardi Editore - 1955)
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Rosina era soltanto la Rosina,
un nome pieno di candor giulivo,
sì; ma poteva, fatta signorina,
tenersi quel plebeo diminutivo?
Mai più! Perciò nell’occasione solenne
ch’ella compì dieci anni, contegnosa
per decreto reale ella divenne,
come ognun sa, la Signorina Rosa.
Poi quel nome di stile un po’ vecchiotto
le venne a noia: ci voleva qualcosa
di più moderno. E così fu, di botto,
che a dodici anni diventò Anna Rosa.
Certo suonava bene il doppio nome;
ma tutto s’avvizzisce, ohimé, s’appanna…
Quando Anna Rosa si tagliò le chiome,
a tredici anni, preferì Rosanna.
Oh nemmeno Rosanna durò un pezzo.
La gente (ed ella invano se ne cruccia)
ha dei diminutivi il gran malvezzo:
Rosanna, Rosannina, Rosannuccia…
Tolto al diminutivo un po’ di scoria,
elegante lo rese e più moderno,
e Annuccia diventò – narra la storia –
Nuccia… Ma al mondo che c’è mai d’eterno?
Se Nuccia è bello, c’è di meglio ancora.
Quei nomi in “a” sono triti e volgarucci!
Nuccia – correggi, medita, lavora –
a sedici anni si promosse a Nucci.
Quindi naturalmente a diciassette
il vago nome, con gentil progresso,
un’inutile lettera perdette:
Ucci, non altro, ella si chiama adesso.
Ma furia di tagliar – le ho domandato –
con tanta grazia e originalità,
di quel vezzeggiativo prelibato
tra un paio d’anni cosa resterà?…
Tratta da: Strofette da passeggio – Antonio Vallardi Editore (1955) – Autore: Franco Bianchi (Sancio Pancetta) – Illustrazioni: Arturo Bonfanti