I pulcini dormiglioni

Ecco la fiaba di Zia Mariù (19 maggio 2006)

Nel cortile di Zia Mariù da giorni erano nati i pulcini ma, mamma chioccia era sempre nel pollaio a covare perché due uova ancora non si erano schiuse.
“Ma perché ancora non nascono?” si domandava preoccupata.
Finché un giorno decise di bussare. Dette qualche beccatina su ogni uovo, ma non ricevette risposta; poi, un’altra beccata bella forte e ruppe i gusci.
Apparvero due deliziosi esserini gialli, tutti bagnati, che
stentavano ad aprire gli occhi, e quando videro mamma chioccia dissero:
“huuu uummmm che sonno!”
“Sveglia sveglia pulcini” li incitò la mamma”, i vostri fratelli sono giorni che pigolano nell’aia”.
Ma loro non ne avevano proprio voglia e decisero di schiacciarsi un altro pisolino.
Mangiavano e dormivano dormivano e mangiavano; erano diventate galline così grosse che, non sarebbero passate dalla porta del pollaio tanto erano ciccione.
Sveglia pelandrone dicevano le altre sorelle galline.
Ma, una notte, zitta zitta ,entrò nel pollaio una faina. Appena le galline se ne accorsero incominciarono a starnazzare, come pizzicate da uno sciame di api.
Scapparono tutte impaurite (lasciando al loro riposo
le due solite).
Le galline dormiglione sentendo tutto quel baccano si
svegliarono e, quando si accorsero della faina,ncominciarono a fuggire anche loro verso la porta ma era troppo piccola per tutte e due e ci rimasero incastrate.
Fu un bene per i pennuti di quel pollaio perché tutta quella ciccia consentì a Zia Mariù di catturare la faina che era rimasta imprigionata senza via d’uscita.

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