I quattro mari

Alfonso Gatto

I quattro mariLeggiamo insieme I quattro mari di Alfonso Gatto

Se il Mar Rosso fosse rosso
gli daremmo una vela blu,
un vapore bianco di neve.
Provate col lapis rosso,
provate col lapis blu.
Fate un disegno lieve,
coloratelo con tutti gli occhi,
con l’album sui ginocchi
davanti al balcone,
con tutta la luce addosso,
il gran mare rosso
rosso come il sole, rosso come una bandiera,
come la maglia del ciclista rosso,
rosso come l’anguria
che vi spacca la bocca,
rosso come la rabbia
rosso come la sabbia,
rosso come scocca
il toro che s’infuria…

Se il Mar Nero fosse nero
sarebbe un cimitero
di pesci e di carbone.
Forse solo un barcone
moverebbe il rostro
su quel mare d’inchiostro,
lustro come un ombrello
gonfio come un budello.
Apparirebbe la luna
gialla come un cero
gialla come una duna
sopra il grigio emisfero.
Se il Mar Nero fosse nero
sarebbe in Africa con tutti i negri
e li terrebbe testoni allegri
sul suo pancione nero.

Se il Mar Giallo fosse giallo
prenderemmo a secchi il mare
per bollire la polenta.
Griderebbe di luce il gallo,
la gallina arcicontenta
di quell’uovo suo frullato
nella tazza della Cina.

Se il Mar Bianco fosse bianco
con la neve bianca addosso
sarebbe vecchio di tutti gli anni,
sarebbe il porto di tutti i porti:
una bandiera di straccio rosso,
uno sbrendolo di panni
sopra un veliero di morti.

Lasciate il foglio bianco,
disegnate una croce nera.
Vedete, è questo il mare del Polo
dove non scende mai la sera,
dove ognuno è solo,
l’uomo, l’orso, la foca, il cielo…
E bianco bianco è tutto il vostro foglio
ove ogni segno scompare,
ove resta solo il cielo
così sereno, così spoglio,
come un mare che sogna nel mare.

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