I tre ramoscelli verdi
Leggiamo insieme I tre ramoscelli verdi
C’era una volta l’eremita Luciano che viveva in un bosco ai piedi di un monte e trascorreva il suo tempo in preghiera.
Ogni sera Luciano portava anche due secchi d’acqua su per il monte, per amor di Dio. Quell’acqua infatti dissetava molti animali e ristorava molte piante. Sulle cime, in alto, soffia sempre un vento forte che prosciuga l’aria e la terra. Gli animali avevano sempre molta sete.
E poiché l’eremita Luciano era tanto pio, un angelo del Signore di nome Gabriele, visibile al suo sguardo, lo accompagnava su per il monte, contava i suoi passi e gli portava da mangiare quando egli aveva finito il suo lavoro.
Quando Luciano era già arrivato a un’età venerabile, gli accadde un giorno di vedere da lontano un malfattore condotto alla forca. E pensò fra sé che quel furfante aveva avuto quel che si meritava. La sera, quando portò l’acqua sul monte, l’angelo, che solitamente lo accompagnava, non apparve, né gli portò da mangiare.
Allora l’eremita si spaventò e interrogò il suo cuore, pensando a quale colpa potesse avere commesso, dato che Dio era in collera, ma non lo capiva.
Non mangiò, né bevve, si gettò a terra e pregò giorno e notte.
E una volta che piangeva amaramente nel bosco, udì il canto soave di un uccellino allora si afflisse ancora di più ed esclamò: “Come canti felice! Il Signore non è in collera con te. Ah, se tu potessi dirmi come l’ho offeso perché ne faccia ammenda!”.
Allora l’uccellino si mise a parlare e disse: “Hai avuto torto nel condannare nel tuo cuore un povero peccatore condotto alla forca ed è per questo che Dio è in collera con te. Ma se vuoi fare ammenda e pentirti del tuo peccato, egli ti perdonerà”.
E in quel momento gli apparve l’angelo Gabriele con in mano un ramo secco e disse a Luciano: “Devi portare con te questo ramo secco fino a quando ne spunteranno tre verdi ramoscelli e di notte, quando vuoi dormire, lo metterai sotto il tuo capo. Mendicherai il tuo pane di porta in porta e non passerai due notti sotto lo stesso tetto. Questa è la penitenza che ti impone il Signore”.
Allora Luciano prese il pezzo di legno, scese dal suo monte e tornò nel mondo che non vedeva da tanto tempo. Non bevve e non mangiò nulla all’infuori di quello che gli davano di porta in porta. Ma molte preghiere non erano ascoltate e molte porte rimanevano chiuse, sicché spesso per interi giorni egli non riceveva neanche una crosta di pane.
Una volta era andato di porta in porta da mattino a sera, nessuno gli aveva dato nulla, nessuno voleva accoglierlo per la notte; allora egli andò nel bosco e trovò finalmente un grotta in cui abitava una vecchia che si chiamava Carmela.
E Luciano disse a Carmela: “Buona donna, ospitatemi in casa vostra per questa notte!”. Ma ella rispose: “Non potrei, neppure se lo volessi. Ho tre figli che sono cattivi e crudeli. Sono briganti! Se tornano dalla loro scorreria e ti trovano qui, ci ammazzano tutti e due”.
Ma Luciano implorò: “Lasciami restare! Non faranno nulla né a voi, né a me”. E tanto disse e tanto fece, che Carmela si lasciò convincere.
Cosi l’eremita si coricò sotto la scala e mise il pezzo di legno sotto il suo capo. A quella vista, Carmela gliene domandò la ragione ed egli le raccontò che lo portava sempre con sé per penitenza e di notte lo usava come cuscino. Aveva offeso il Signore perché‚ vedendo un povero peccatore che andava al supplizio, aveva detto che se lo meritava.
Allora la donna si mise a piangere e gridò: “Ah, se il Signore punisce solo per una parola, che sarà mai dei miei figli, quando compariranno a giudizio davanti a Lui?”.
A mezzanotte tornarono a casa i briganti facendo un gran baccano. Accesero un fuoco e quando le fiamme illuminarono la grotta e videro un uomo coricato sotto la scala andarono su tutte le furie e gridarono alla vecchia madre: “Chi è quell’uomo? Non ti abbiamo forse ordinato di non accogliere nessuno?”.
Carmela spiegò: “Lasciatelo stare, è un povero peccatore che fa penitenza”.
I briganti domandarono che cosa avesse fatto e il vecchio Luciano si alzò e narrò come, con un’unica parola, avesse tanto peccato che Dio si era adirato con lui, e ora egli doveva espiare la sua colpa.
I briganti furono così colpiti dal suo racconto, che ebbero orrore della loro vita passata, si ricredettero e, sinceramente pentiti, decisero che da quel momento in poi si sarebbero comportati bene. Iniziarono da subito a scontare la loro colpa.
Dopo aver convertito i tre peccatori, l’eremita tornò a coricarsi sotto la scala.
Ma al mattino Carmela lo trovò morto col sorriso sulle labbra: era morto felice di essersi reso utile e aver convertito i tre briganti.
Dal legno secco, sul quale posava il capo, erano cresciuti tre ramoscelli verdi, perché il Signore lo aveva di nuovo accolto nella sua grazia.
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