I tre allegri cacciatori

Renato Fucini

Tratta da: Il Ciuco di Melesecche, storielline in prosa e in versi - Einaudi (1922)

I tre allegri cacciatoriLeggiamo insieme: I tre allegri cacciatori di Renato Fucini

Io narro di tre allegri cacciatori
che armati di trombone e di bisaccia,
una mattina insieme usciron fuori
per andarsene a caccia.

E strombettando e urlando se n’andavano
e, andando, strombettavano ed urlavano.

Ed ecco quel che accadde. Mentre andavano
e, andando, strombettavano ed urlavano,
l’un dette all’altro questo avvertimento:
“Dritto con gli occhi, e metti il naso al vento.
Se guardando e annusando andremo avanti,
prede farem sicure ed abbondanti”.

E strombettando e urlando se n’andavano,
e, andando, strombettavano ed urlavano.

Ed ecco che ad un tratto si trovarono
dinanzi a uno spauracchio. Ed uno disse
ch’era uno spauracchio; e l’altro: “No!
Se non m’inganno” disse “è un Mandarino
che va a piedi a Pechino”.

E strombettando e urlando se n’andavano,
e, andando, strombettavano ed urlavano.

Ed ecco, a un tratto, in un campo, s’imbattono
in una grossa macina da grano.
La guardano, l’annusano, la battono
e, prudenti, la tastan colla mano.
Ed un di loro dice, pian pianino:
“Quella, per me, è una pietra da mulino”.
E un altro dice: “No! io l’ho tastata…
Sentite qui, annusatemi la mano…
È una forma di cacio parmigiano
pietrificata”.

E strombettando e urlando se n’andavano,
e, andando, strombettavano ed urlavano.

E che cosa trovarono? Un vitello
di pel bianco pezzato.
E quando bene ben l’ebber guardato,
un di loro osservò: “Quello è un vitello
di pel bianco pezzato”.
E un altro disse: “No! caro compare.
Quello è un ciuchetto che, da poco nato,
non sa ancora ragliare”.

E strombettando andavano ed urlavano
e, urlando, strombettavano ed andavano.

E che cosa trovaron? Sei bambini.
Dopo averli osservati attentamente,
un di loro esclamò:
“Se io dovessi dir, sicuramente
direi che quelli lí son sei bambini”.
E un altro disse: “No!
non son bambini; e, se vuoi, si scommette.
Ma, dato il caso, non son sei, son sette!”.

E urlando e strombettando se n’andavano,
e, andando, strombettavano ed urlavano.

E strombettando e urlando, che trovarono?
Un porco sorridente, bianco e grasso
che parea l’invitasse a fare il chiasso.
Allora un cacciator ch’era il piú scaltro,
disse pronto, voltandosi ad un altro:
“Quello, se non m’inganno, è un porco grasso
che ride, è bianco e che vuol fare il chiasso”.
“No!” disse l’altro “No! Quello è un dottore
che di certo ha la gotta o il mal di cuore”.

E strombettando e urlando se n’andavano,
e, urlando, strombettavano ed andavano.

E videro, nel mezzo a certi prati,
una coppia gentil d’innamorati.
Disse un di lor: “Quei due laggiú nei prati,
son due di certo e sono innamorati”.
Osservò l’altro: “No! sono due pazzi…
Che Dio li assista, poveri ragazzi!”.

E strombettando e urlando se n’andavano,
e, nell’andare strombettando, urlavano.

Con la bisaccia scussa e a pancia vuota,
sudati e pieni di schizzi di mota,
vedendo il sole ormai verso il tramonto,
disser: “Cacciar di piú non mette conto”.
Tornati, a casa, tutti: “Com’è andata?”.
“S’è passato una gran bella giornata!”.

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