I videogiochi: divertirsi oggi

Questo componimento è opera di Paolo Romagnoli, II media (1 febbraio 2014).

Andrea si mise seduto sul divano, prese un contenitore di CD, staccò il disco dalla custodia e iniziò a giocare. Dalla porta entrò la mamma vestita con grembiule, guanti e ciabatte. Con il suo abbigliamento consumato dal notevole uso si avvicinò ad Andrea che ormai era come entrato in trans con gli occhi fissi sul televisore e le dita che si muovevano freneticamente sui tasti dei comandi.
“Andrea, non va bene. Passi troppo tempo davanti alla televisione. I videogiochi possono andare bene, ma se si esagera diventano pericolosi per la salute” disse la mamma con tono serio e deciso.
“Spegni che andiamo a fare una passeggiata”.
Il ragazzo rimase immobile come se nessuno avesse parlato. In quello stesso momento entrò nella stanza il padre di Andrea che era vestito molto elegantemente.
“Caro” disse la moglie “di’ ad Andrea di smetterla di giocare con i videogiochi”.
“Perché?” domandò il padre “Lascia che si diverta. I videogiochi sono divertenti e non ti fanno annoiare. Secondo me i videogiochi sono una delle invenzioni più intelligenti degli ultimi anni”.
Alla madre quella risposta non fece molto piacere.
“I videogiochi possono anche essere divertenti, ma se si esagera….”
La conversazione stava diventando quasi un litigio anche se i due non volevano “scambiarsi delle opinioni” davanti ad Andrea che stava continuando a giocare.
“I videogiochi sono anche utili per noi genitori, perché tengono a bada i figli e ci fanno riposare” disse il padre con tono molto deciso. “Ma è meglio stare fuori all’aria aperta. E’ molto più sano”.
Ad un certo punto il campanello della porta suonò. La conversazione era finita.

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