Il bambolotto

Raffaella ci manda una sua filastrocca (2 ottobre 2000).

C’era una volta un bambolotto tozzo che voleva fare il mozzo, 
ma siccome era imbranato finì dritto nel bucato. 
Quando dall’oblò guardò fuori, pensò: il mare ha strani colori, 
ma si rese ben presto conto di esser un tantino tonto. 
Quando la sua padroncina lo portò con sé in cucina, 
vide l’acqua, i pesci rossi e si tuffò nei flutti mossi. 
Ripescato suo malgrado, disse:
“Qui scendo di grado”, ma più giù non poteva andare, 
“torno subito a cercare.” 
Quando fu asciugato in bagno si sentì preda di un ragno: 
prigioniero della ragnatela, non vedeva neanche una vela.
Quando la notte arrivò, a fatica riposò, 
e mentre dormiva il suo sogno un po’ smarriva: 
gli sembrava di arrivare finalmente in riva al mare, 
la sua nave lì aspettare, 
poi nel vuoto galleggiare. 
Tutto sudato si svegliò e alla finestra si avvicinò. 
Nel giardino un pozzo di mattoni troneggiava tra i limoni. 
” Come mai non ho capito? Ogni viaggio avevo fallito, ogni desiderio era svanito. 
Ho il mare a disposizione, basta prendere una decisione. 
Saltò il bordo, cadde in acqua emozionato,
si aggrappò a un compensato:
” Avanti a dritta, mio capitano, 
sono pronto a darti una mano!”
Una rana su una foglia lo guardava divertita: 
“Qui la testa gli è partita!
Spensierata giovinezza, ogni sogno è una carezza!”

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