Il brutto anatroccolo
Leggiamo insieme: Il brutto anatroccolo
C’era una volta, in una vecchia fattoria, una famiglia di anatre e Adele, la mamma anatra, aveva appena finito di covare la nuova nidiata. Gli anatroccoli uscirono pigolando e zampettavano intorno alla mamma, però c’era un uovo, il più grande di tutti, che non si decideva a schiudersi.
Adele non ricordava di aver deposto quel settimo uovo, ma non ebbe il tempo di chiarire i suoi dubbi perché l’uovo si schiuse. Con sua grande sorpresa, vide che l’anatroccolo, Romeo, era più grande degli altri e di colore grigio anziché giallo… insomma era proprio brutto! Un giorno mamma Adele condusse la sua nidiata allo stagno, ma mentre i piccoli cominciarono a nuotare, Romeo si dimostrò il più abile e il più sicuro di tutti. La mamma lo guardò e sospirò rassegnata: “Peccato che sia così brutto!”, ma per questo motivo sentì di volergli ancora più bene e con il becco gli fece una carezza.
Ma nonostante questo, i giorni per il piccolo Romeo diventavano sempre più tristi. I suoi fratellini non volevano giocare con lui perché era goffo e sgraziato e tutti gli animali del cortile lo deridevano. Povero anatroccolo Romeo… si sentiva solo e triste e anche se mamma Adele ogni tanto lo consolava, lui si sentiva sempre più infelice. Di notte piangeva di nascosto e si sentiva abbandonato da tutti; così, pensando che nessuno gli volesse bene, una mattina all’alba scappò via dalla fattoria.
Nel laghetto dove si fermò cominciò a chiedere a tutti quelli che incontrava: “Conoscete degli anatroccoli che hanno le piume grigie come le mie?”. Ma tutti scuotevano la testa sprezzanti e gli dicevano: “Brutti come te non conosciamo nessuno!”. Romeo, testardo, non si rassegnava e continuava a chiedere in giro. Ma un bel giorno arrivò in uno stagno e due grosse oche lo misero in guardia: “Scappa, scappa da questo posto, è pericoloso, ci sono in giro dei cacciatori”. Romeo a questo punto cominciò a rimpiangere di aver lasciato la fattoria. Gironzolando di qua e di là, capitò vicino alla casetta di una vecchia contadina che gli offrì ospitalità con la speranza che potesse fare delle buone uova, ma il gatto e la gallina non furono per nulla contenti e cominciarono a spaventarlo: “Vedrai che la vecchia, se non fai le uova, ti tira il collo e ti mette in pentola!”, gli diceva il gallo. “Speriamo che ti cucini in fretta, hi hi hi”, sghignazzava il gatto.
Così Romeo, dopo aver subito ogni sorta di angheria, triste e sconsolato decise di andare via e una notte, approfittando della porta della gabbia socchiusa, scappò!
Era di nuovo solo e cammina, cammina trovò rifugio in un folto canneto. “Se nessuno mi vuole, resterò nascosto qui per sempre!”, disse Romeo. Il cibo non mancava, ma il povero anatroccolo soffriva la solitudine. Una sera, mentre il sole stava tramontando, Romeo vide uno stormo di bellissimi uccelli bianchi e disse: “Oh, potessi anche per un giorno solo essere bello come loro!”. Nel frattempo arrivò l’inverno con il freddo e il gelo e il povero Romeo dovette abbandonare il suo canneto per cercare del cibo nella neve. Ma poi cadde sfinito. Probabilmente sarebbe morto se un contadino non lo avesse visto e non lo avesse portato a casa prendendosi cura di lui.
Nella sua nuova abitazione trovò tanti bambini che volevano giocare con lui ma Romeo pensava volessero fargli del male e per sfuggire ai loro giochi prima finì nel secchio del latte, poi in quello della farina, dopo in quello del burro, mentre i bambini tutti attorno cercavano di prenderlo ridendo e strillando. Insomma, potete immaginare il baccano che si creava ogni volta!!!
I giorni passavano e la primavera tornò a far splendere il sole caldo e un giorno Romeo, mentre era nello stagno, si accorse che le sue ali si erano irrobustite. Così decise di spiccare il volo e senza neanche accorgersene si ritrovò in un grande giardino e dal folto delle piante, indovinate chi sbucò? Tre bellissimi cigni bianchi… proprio come quelli che Romeo aveva visto migrare l’inverno precedente! E Romeo decise di avvicinarsi, voleva diventare loro amico anche se era così diverso! Con un largo volo si posò sull’acqua ed i cigni si avvicinarono a lui con un frullo di piume; il brutto anatroccolo, spaventato, abbassò la testa: si preparava ad essere beccato, ma nel fare questo, vide la sua immagine riflessa nell’acqua e con grande stupore si accorse che non era più un brutto anatroccolo, ma si era trasformato in un bellissimo cigno, bianchissimo, attorno al quale si erano radunati tutti i suoi simili facendogli mille feste e chiedendogli: “Ma dov’eri nascosto?”.
All’istante Romeo, stupito da ciò che gli stava capitando, capì tutto: era nato sì in un nido di anatre, ma da un uovo di cigno. Il brutto pulcino grigiastro, tozzo, disprezzato e maltrattato si era trasformato in uno splendido animale ammirato da tutti.
Finalmente Romeo ora si sentiva tanto, tanto felice.