Il castello dei fantocci
Aldo Palazzeschi
Tratta da Cavalli Bianchi, Firenze, 1905
Leggiamo insieme Il castello dei fantocci di Aldo Palazzeschi
Cavalli Bianchi è la prima opera di Aldo Palazzeschi. La raccolta di poesie fu stampata a spese dell’autore, senza un editore.
Vi sono alla proda del tetto
quattordici teste di marmo
corrose e annerite dal tempo,
La gente le chiama “i fantocci”.
Il grande castello è senza finestre.
La piccola porta di legno, corrosa dal tarlo,
è scossa dal vento e sembra cascare,
La gente passando si volge e procede
a dinanzi al castello ch’è senza finestre.
Si sa di broccati, di seggiole d’oro,
di mobili grandi cosparsi di gemme,
di cofani zeppi di perle e rubini: un tesoro;
si dice: “dal tetto si vede il bel mondo”.
La gente passando si volge e procede
dinanzi al castello ch’è senza finestre.
La piccola porta di legno, corrosa dal tarlo,
è scossa dal vento e sembra cascare.
La gente passando si volge e procede
dinanzi al castello ch’è senza finestre.
Si sa di broccati, di seggiole d’oro,
di mobili grandi cosparsi di gemme,
di cofani zeppi di perle e rubini: un tesoro;
si dice: “dal tetto si vede il bel mondo! ».
Soltanto i fantocci lo stanno a guardare.