Il contadino

R. Rippo

Se vi piace questa poesia, dovete ringraziare Maria (14 giugno 2003)

Porta sull’ampie spalle il suo fardello.
la zappa luccicante ed il piccone,
cammina fischiettando una canzone
mentre lo bacia in fronte il sol novello.
Sorride alla campagna circostante,
che lo vide ogni giorno alla stess’ora,
saluta con lo sguardo le sue piante
e il fertile terreno che l’onora.
Poi si accinge al lavoro con fermezza,
senza indolenze, senza un sol lamento:
passa tra l’erbe sussurrando il vento
che scompiglia i capelli e li accarezza.
A mezzogiorno, smette di zappare
per la parca, affrettata colazione;
poi ricomincia sotto il solleone
con maggiore entusiasmo a lavorare.
Finchè viene la sera… O contadino,
io t’ammiro e ti guardo con rispetto,
mi piace il fare tuo sincero e schietto,
che non conosce l’ozio cittadino.

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