Il fiore della felicità

Se vi piace questo racconto dovete ringraziare Simona di Tricase LE (10 aprile 2023)

Il fiore della felicitàLa primavera era nell’aria; faceva un po’ fatica ad arrivare, tuttavia se ne sentiva già il profumo, nonostante i giorni di pioggia e vento, che avevano caratterizzato la settimana santa. Il terrazzo era fiorito: dalle profumate violacciocche, alle delicate pansé, dagli anemoni selvatici, alle timide margherite, era un tripudio di colore e bellezza che faceva presagire che presto tutto sarebbe diventato più bello e spettacolare, quando il sole della bella stagione avrebbe potuto infuocare la natura, con il suo straordinario luminoso calore.

Florisa amava ammirare quel suo piccolo angolo fiorito, la aiutava a mandare via i pensieri più tristi e le delusioni, che di tanto in tanto la rendevano malinconica. Amava la bellezza dei fiori, il loro profumo, la varietà dei colori, ma amava particolarmente una pianta un po’ in disparte, di cui si intravedeva appena solo qualche piccolo timido germoglio. L’aveva curata con passione sin dal principio, da quando aveva interrato uno strano tubero, ricevuto come prezioso dono da una persona a lei molto cara. La innaffiava, la metteva al riparo dal vento, scacciava via i parassiti che le si avvicinavano e attendeva con trepidazione.

Molte cose non erano andate per il verso giusto, in quei giorni. Era rimasta indietro con la scuola, la sua migliore amica si era allontanata da lei, perché si era fatte nuove amicizie e a lei non piaceva frequentare gli stessi posti ed avere i medesimi hobby che avevano le altre. Che gusto c’era ad andare in giro a far questo e quell’altro, sempre nel caos, fra gente sconosciuta, o fermarsi a parlare davanti ad un cibo non gradito? Eppure tutte si divertivano, erano in tante, mentre lei continuava ad amare la natura, la poesia e a circondarsi solo di pochissime persone. Si sentiva come la sua pianta, impaziente di sbocciare, eppure ancora solo appena germogliata. A volte le passavano per la mente i pensieri più strani, poi pensava: ma perché non si può essere amici pur avendo opinioni diverse? E tornava sul suo terrazzo, guardando la sua timida piantina, che sembrava non riuscire a fiorire, mentre le altre accanto erano già meravigliosamente sbocciate.

Un bel giorno di inizio estate, però, Florisa si accorse che la sua pianta aveva un meraviglioso bocciolo, che dopo pochi giorni si schiuse diventando un bellissimo fiore, dal colore stupendo dell’arancio del tramonto misto al rubino delle pietre preziose: era una splendida dalia, di una incantevole bellezza. Molte dalie si dischiusero nei giorni seguenti, offrendo uno sbalorditivo spettacolo naturale, che quasi offuscava la fioritura, ormai avanzata, degli altri fiori. Florisa ne fu felice, sentiva il cuore allargarsi dalla gioia, mentre ammirava una bellissima farfalla, che lei chiamava Fly, posarsi sulla sua preziosa piantina e svolazzarle intorno, con festosi ghirigori; ora aveva capito, finalmente, che ognuno porta la propria singolare bellezza, nel giardino della vita, nella varietà e diversità delle forma e dei colori e che ogni fiore sboccia a suo tempo, basta solo avere pazienza.

Florisa pensò che forse avrebbe fatto dono di uno di quei fiori alla sua vecchia amica, ma non le importava più di tanto, ora non si sentiva più malinconica, né delusa e mentre guardava la sua cara “Daly” le scendevano lacrime di felicità e il sorriso le illuminava finalmente il viso.

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