Il fiume Nera ieri e oggi

Maria Melide, nata in un paesino lungo il fiume Nera, in Valnerina, ci manda una sua poesia sul fiume (13 maggio 2001).

La ghiaia lungo il fiume
come pietre preziose
al sol brillava allora;
quelle più lisce e piatte
da noi lanciate, allegri,
sull’ampia superficie
eran giochi di bimbi.
Fresca e limpida l’acqua
sempre ci dissetava
tra una corsa, un gioco ed una gara.
Sulla riva pulita e profumata
d’acqua, d’erba e di terra un po’ bagnata
ci sdraiavamo al sole
e cantavamo in coro
insieme agli usignoli, a primavera.
Tra le radici e i sassi dentro il fiume
nuotavano all’indietro i gamberetti
sporgendo piano il loro capo a punta
e le temute chele, per difesa.
Argentate, le trote e i pesciolini
guizzavano vivaci alla sorgente
sull’acqua trasparente e cristallina
ch’alla foce correva rumorosa.
Oggi sulla riva c’è fango
non più ghiaia lucente
non più giochi di bimbi.
Lungo il fiume silente e solitario
non si cammina più:
i detriti, i cespugli ed i rifiuti
hanno invaso la riva;
i rovi sono agguati
e l’acqua sporca e densa
or non disseta più
è come terra liquida
che silenziosa scorre.
I gamberi disertano la riva
io le trote non vedo più guizzare.
Perfino gli usignoli così allegri hanno
smesso di cantare a primavera
sopra il fiume che lentamente muore.

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