Il gatto Balduccio

Zia Mariù

Ecco la poesia di Zia Mariù (17 marzo 2012).

Così cominciò la strana avventura
del mio gatto nero Balduccio e della sua ingessatura.
Si chiamava così lo sventurato gattone
e che sasso vi giuro, gli tiraron, grosso come un mattone.
Aveva la passione per la musica leggera
e cantava tutte le sere, male, che sembrava una caffettiera.
Ma un sasso di pietra gli arrivò sulla coda,
mozzandola di netto come richiedeva la gran moda.
E miagolava il poverino:
“Dov’è la mia coda da vero felino?”
Quei malandrini gli avevan fatto un dispetto
e l’ avevan nascosta infondo ad un cassetto.
E mentre saliva nella buia soffitta
si trovò davanti la sua coda dritta.
Quella non è la mia bella codina
liscia pelosa e un po’ ballerina.
E così la portò, il povero oppresso
all’ospedale, dove gliela impacchettaron carina nel gesso.
E così ora una coda dritta e dura egli sfoggia
ma a terra il sederino più egli non poggia;
di cantar pure gli è passata la voglia
e se lo cerchi lo trovi a casa,
sdraiato a riposar sulla soglia!

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