Il giardino del sig. Stranezza

Ecco la filastrocca di Elisa (19 agosto 2004).

Vicino alla mia abitazione
c’è un giardino di dubbia definizione.
Appartiene al Sig. Stranezza
che nella vita ha una sola certezza:
creare un posticino che lasci aperta
anche la bocca della bambina più esperta.

Il Sig. Stranezza, inventore di professione,
nel suo giardino fa crescere solo polpettone
e anche se nessuno sa il perché
tutti i suoi fiori profuman di purè.

Gli alberi son di cioccolato,
buoni per ogni palato,
e l’erbetta marzolina
è al sapore di susina.
Per di più, tutti i cespugli
Hanno odor di strani intrugli:
maccheroni, pomodoro e minestroni.
Dalle piante vengon buffe esalazioni!

I passerotti più del solito son grassi
e perché mangian nutriente
il loro canto nell’aria
ancor più si sente,
mentre i vermicelli del giardino
si allungano ogni giorno almeno un pochino.

Del resto, non potrebbe essere altrimenti
con un suolo così ricco di alimenti:
dall’innaffiatoio escono solo limonate,
spremute, succhi e cedrate.

Ma una cosa dimenticavo
– quella più importante mi scordavo! –
Il Sig. Stranezza, una volta al mese,
offre una cena a sue spese.
Tutti i bambini del quartiere
si trovano a mangiare
i frutti che solo quel giardino sa dare.

E credimi, amico mio,
quando confesso che
nulla di più buono ho mai mangiato io.
Per provar che dico il vero
eccoti il menu e il mio pensiero.

Menù

Antipasto di ramoscelli alla panna
con erbetta allo zucchero di canna.

Zolla di giardino marrone
al sapore di mascarpone.

Terriccio del sottosuolo
all’odor di cetriolo.

Girasole di cioccolato
al posto del gelato.

Beh, ora che ti pare?
A me, fa venire voglia di mangiare!

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