Il mietitore

Gabriele D'Annunzio

Rocco mieteva, mieteva.
Passava la falce al piede del grano alto,
con una frequenza uguale di colpi
come se la stanchezza
non gli vincesse il braccio mai.
La terra ardeva sotto;
le messi mandavano vampate soffocanti.
Ed egli mieteva,
con gli occhi abbarbagliati
dal lampeggiare continuo della falce,
con le mani che gli pareva volessero scoppiare.
Non finiva mai quel campo:
le spighe ricrescevano appena tagliate.
Gli altri mietitori, qua e là
si trascinavano innanzi taciturni,
senza un canto, senza una parola.

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