Il pane

di Pastonchi

Se vi piace questa poesia ringraziate Dida (6 ottobre 2006)

Pane ti spezzano gli umili ogni giorno
lieti se già non manchi alla dispensa.
A lor quale già sacra ricompensa
di te, che giungi fervido dal forno?
Come biondeggi al desco disadorno,
così tra vasi d’oro in te si addensa
ogni ricchezza, e la più bella mensa
di tua ruvida veste non ha scorno.
Figlio del Sole, tu ne porti un raggio
in ogni casa, e a chi di te procaccia
onestamente, illumini la fronte.
Ma più risplendi quando nel viaggio,
stanco, il mendico, dalla sua bisaccia
ti trae, sedendo al margine di un fonte.

2 commenti su “Il pane”

  1. Romano says:

    L’avevo studiata in quinta elementare, non tutta, e me la sono ricordata in buona parte.
    Ora l’ho stampata e la inserirò fra le più belle poesie della mia raccolta che amo recitare di tanto in tanto. Grazie a internet ho potuto rivivere un momento della mia infanzia e gustare col senso del vecchio adulto una dolcezza che pare non voglia tornare più.

  2. vita says:

    Io l’ho cercata e la ricordavo tutta esclusa l’ultima strofa
    grazie

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